Vi presento il primissimo appuntamento mensile con Profumo di Sicilia, il viaggio gastronomico in giro per le bellezze di questa mia regione. Non vi nascondo che sono emozionata, ecco, diciamo la verità. Ma non perdiamoci d'animo e passiamo subito alle cose serie. Oggi si parla di Agrigento e delle sue bontà, visive, archeologiche, culinarie, oggi si parla della bella Girgenti, come la chiamiamo in siciliano.
Città illustre, sede dello splendore greco al tempo delle poleis, fulcro di cultura antica e nobile, baluardo assieme ad altre della Magna Grecia. Da Akragas il suo nome divenne Agrigentum, secondo la latinizzazione. E' nota come Città dei Templi e naturalmente a ragione: templi dorici, risalenti all'età ellenistica, nella cosiddetta Valle dei Templi, sono tuttora meta turistica eccezionale ed attraente. E come non citare Empedocle il filosofo e medico, a cui la città diede i natali? Non posso nemmeno dimenticarmi del più famoso scrittore agrigentino, Luigi Pirandello, orgoglio italiano, drammaturgo e novellista di notevole ingegno e grandissima importanza per la nostra letteratura, uno degli autori siciliani che più adoro, che più mi ha lasciato il segno. Agrigento oggi è una città viva, piena di manifestazioni culturali di grande spessore. Solo per citarne qualcuna, vi parlo de La sagra del mandorlo in fiore, la quale si svolge ogni febbraio, poco prima della primavera, quando sbocciano i fiori di mandorlo. Una bellissima manifestazione che si arricchisce di esposizioni e spettacoli meravigliosi, tutto all'insegna della tradizione del luogo, attirando visitatori da ogni parte della regione e dell'Italia.
Dal punto di vista gastronomico (e qui veniamo al punto principale, eh?) sono parecchie le ricette tradizionali della zona agrigentina. Devo dire che ho fatto delle ricerche approfondite al fine di scegliere la ricetta che rappresentava per me Agrigento e che mi andava di provare per la prima volta a casa mia. La scelta è caduta sul Couscous agrigentino. Nessuno sa bene quale sia la ricetta originale, poiché il segreto è custodito dalle suore del monastero di Santo Spirito di Agrigento. Ingredienti evidenti sono semola, pistacchi, mandorle, canditi. Tante sono le versioni, tanti i tentativi di avvicinarsi alla vera ricetta, sfiorarne il sapore vero, la mia è una di queste, naturalmente. Devo ammettere di essere rimasta molto affascinata da questo alone di mistero, e devo dire che sono contenta della mia preparazione e del risultato. Assaggiando il mio couscous dolce ho sentito gli ingredienti mescolarsi in un gusto unico. E' una ricetta semplice ma che agguanta subito e non lascia più il palato. Magari all'inizio sembra troppo particolare per essere irresistibile, poi gli aromi non ci lasciano scelta e dobbiamo cedere ad una bontà inusuale.
Couscous dolce agrigentino
Ingredienti
Per sei porzioni
- 70 gr di semola per couscous
- 100 gr di pistacchi di Bronte tritati
- 80 gr di mandorle tritate
- 50 gr di scaglie di cioccolato fondente
- 100 gr di canditi misti
- 2 cucchiai di zucchero a velo
- 1 fialetta di vaniglia
- cannella q.b.
Preparazione. Cuocete il vostro couscous seguendo le istruzioni riportate sulla confezione. Lasciate raffreddare. Mescolate in una ciotola il vostro couscous freddo con mandorle e pistacchi tritati, lo zucchero a velo, la cannella. Versate le gocce di vaniglia e fate in modo che il couscous non diventi troppo compatto. Aggiungete i canditi tagliati a piccoli pezzi, le scagliette di cioccolato fondente. Mescolate con delicatezza. Servite in belle coppette come quelle che ho usato io, di terracotta tipica siciliana. Bon appetit e al prossimo appuntamento con Profumo di Sicilia.
L'ho mangiato proprio ieri a San Vito Lo capo, solo era molto compatto, tipo timballo. Buono. Grazie per aver partecipato con una ricetta tipica....
RispondiEliminaChe bella coincidenza, Gessica ^^ Questa è una ricetta che ognuno può realizzare in differenti maniere, io ho scelto di lasciare il composto non troppo compatto per far notare al palato la bontà di tutti gli ingredienti e soprattutto del pistacchio e del couscous :) Grazie a te!
EliminaQuello di Agrigento non è affatto compatto; anzi: è molto sgranato
EliminaCosì non l'ho mai assaggiato...ma mi stuzzica parecchio...
RispondiEliminaProvalo, non te ne pentirai :)
EliminaCiao, partecipiamo allo stesso contest....bella ricettina...da oggi ti seguo...se ti va puoi farlo anche tu: www.cookeryaddicted.blogspot.it
RispondiEliminaSì, infatti, un contest sul pistacchio è imperdibile ^^ Grazie, torno presto!
EliminaOooo che bella ricetta....bravissima, complimenti per il post adoro la Sicilia, i siciliani, il cibo, il mare e tutto quello che le riguarda!!!
RispondiEliminaHo inserito un piccolo premio per te in fondo a questo post http://www.radicidizenzero.blogspot.it/2012/10/vellutata-di-zucca-piccante-con-fonduta.html
Un bacio e a presto!
Paola
Ti ringrazio, Paola, dei complimenti e del premio che mi hai dato ^^
EliminaUn bacione!
Sono agrigentino e naturalmente conosco il cuscus dolce delle suore di Santo Spirito (d'a bata granni - della Badia Grande); sperimenterò la tua ricetta e la confronterò col gusto che conosco già; consentimi, da agrigentino, di usare il pistacchio di Raffadali, meno rinomato di quello di Bronte ma ugualmente buono - esono certo che le monache di Santo spirito usano questo e non quello di Bronte ;-)
RispondiEliminaciao, vorrei provare questa ricetta, ma il pistacchio e le mandorle vanno tostate prima di tritarle o tu le triti in purezza?
RispondiEliminaGrazie per la risposta
Linda