lunedì 29 aprile 2013

Mission (Im)possible: Tocchetti di pollo al latte con piselli freschi



Oggi ho sostenuto una Mission (Im)possible: preparare una ricetta sana, simpatica, soddisfacente e sbrigativa, in poco meno di 30 minuti. Mi son detta: ce la posso fare. Mi son detta: lo devo fare. Mi son detta: puntiamo il cronometro. Sì, ho voluto cimentarmi, ho voluto mettermi alla prova. E sapete perché? Perché c'è ancora chi frequenta più il banco dei surgelati che i propri fornelli; perché c'è chi pensa di non avere la forza di cucinare, dopo una giornata di lavoro o di studio; perché c'è chi è assorbito quotidianamente dagli impegni, dalle preoccupazioni, dai telegiornali, e non riesce più a godersi una mezzora tutta per sé (figuratevi una stanza, di questi tempi costa caro l'affitto, vero, Virginia Woolf?); perché c'è chi rientra tardi la sera e trova il supermercato vuoto, spento, ma un fastfood ancora aperto; perché c'è chi ha perso l'amore per il cibo e per la cucina, e crede che questo affetto sia irreversibile, e mai più tornerà indietro. Ebbene, io non ci sto: la Mission (Im)possible di quest'oggi è recuperare quella gioia di fare, quel soffio vitale di brio, quell'entusiasmo nel cercare gli ingredienti giusti, quell'innamoramento graduale, l'emozione della prima forchettata. La felicità si costruisce impastando e non frugando tra scatolette taglienti; la serenità lievita come un buon panettone e non sta in un panino sconosciuto; l'euforia schizza sul cuore come olio bollente e non ha il suono del microonde. Sono fiduciosa e spero che la mia missione (che penso sia riuscita secondo i piani) sia valsa a qualcosa. La ricetta con cui mi sono sottoposta alla prova è un secondo piatto semplicissimo, delicato, salutare. Prima di partire con l'esperimento con il procedimento, è bene che io inserisca qualche buona premessa. 

Premessa numero uno: tutti coloro che intendono preparare un piatto come si comanda, devono disintossicarsi dal banco "Alimenti surgelati per lavoratori stacanovisti" e da quello di "Monoporzioni striminzite per laureandi senza casa". Per disintossicarsi bisogna recarsi alla sede principale dello studio integrativo "Cattivi consumatori anonimi".
Premessa numero due: è assolutamente vietato preparare suddetto piatto con ingredienti non freschi, che siano in scatola, in lattina, in polvere, in boccetta, in spray. E' consentito recarsi al (super)mercato per ricercare ingredienti di stagione, possibilmente riconoscibili, etichettati e dalla sicura provenienza (non sono ammessi OGM, quindi). 
Premessa numero tre: se si è decisi a non seguire una delle due premesse di cui sopra, non si potrà mai superare la Mission (Im)possible e, di conseguenza, salvare l'organismo dagli alieni che abitano i surgelati e dalla colonia di marziani indiavolati che popolano le bustine di cibo "pronto". Il corpo, quindi, si autodistruggerà, in breve tempo.


Nel caso in cui le premesse siano state seguite alla lettera, è ora possibile cominciare dal reperimento degli ingredienti. Vi servono: 200 gr di petto di pollo (non vi azzardate a comprare i bocconcini di pollo surgelati, è un'eresia!); 2-3 cucchiai di farina 00 q.b. (no, non la trovate nel banco frigo, se è questo che stavate pensando); 300 gr di piselli freschi (ho detto "freschi", quindi dovete comprare dei bei baccelli, e non delle scatoline da collezionare - io, per la cronaca, ho usato i miei piselli di orto, di cui vado fierissima!); 1 scalogno (non vi preoccupate, la disintossicazione è una cosa dura, provoca amnesia, ed è normale che non ricordiate cosa sia); latte parzialmente scremato q.b. (se non fate colazione da tanto tempo, fate un corso accelerato su latte e latticini, mi raccomando); olio extravergine d'oliva q.b. (sì, serve per anche friggere, ma non è quello che vedete nei fastfood!); sale e pepe nero q.b. (questi ve li ricordate, chissà quanto ne mettete sulle patatine fritte, mannaggia a voi). Bene, adesso siete pronti per cominciare davvero: munitevi di tutti gli ingredienti qui sopra elencati e, come regola principale, disponeteli sul vostro piano di lavoro, per evitare perdite di tempo e ricerche al tesoro di ingredienti persi in dispense-sabbie mobili. Siete ancora vivi? Allora procediamo sul serio, ragazzi. Io punto il cronometro: pronti, partenza, via!


Ore 20:00 (prendiamo quest'orario come punto di partenza, perché potrebbe essere quello più indicato per mettervi ai fornelli, appena rientrati a casa dal lavoro, per esempio): tutto tace in cucina. Togliete i piselli dai baccelli e, nel frattempo, mettete a scaldare dell'acqua in un pentolino, con un pizzico di sale. Quando avete terminato (non ci vuole tanto, suvvia!) mettete i piselli nel pentolino e fateli bollire un po'. Non siate lenti: il tempo scorre.
Ore 20:05: il passaggio numero due sarà impegnativo, fate molta attenzione ai raggi laser, mi raccomando. Tagliate a tocchetti piuttosto piccoli, più o meno simili il vostro bel petto di pollo. Se siete riusciti a farlo, siete già sulla buona strada: ma non mollate adesso, resistete dall'accendere la televisione, perché c'è ancora tanto da fare.
Ore 20:08: il pollo è tagliato bene? Allora ci siamo, adesso dovete infarinarlo. Un consiglio anti- spreco di tempo, un consiglio da vera Mission (Im)possible: mettete la farina in un sacchetto di plastica per alimenti e mettetevi dentro anche i vostri tocchetti. Agitate un po': se avete seguito alla lettera, il risultato della operazione sarà un'infarinatura super rapida. Togliete i tocchetti dal sacchetto: operazione completata con successo.
Ore 20:10: non prendete tutto alla leggera, è vero che mancano venti minuti alla fine della prova, ma siamo solo a meno di metà del percorso! Tritate lo scalogno finemente e mettete a scaldare una pentola con un filo d'olio extravergine d'oliva (annusate la sua bontà, la sua fragranza: siete ancora convinti che sia olio per friggere?)
Ore 20:12: ci siamo, ecco che arriva la cottura vera e propria. Scolate i piselli, mettete lo scalogno nella pentola con l'olio e aggiungete anche i vostri bellissimi tocchetti di pollo infarinati. Li sentite un po' sfrigolare? Questi suoni sono musica per le vostre orecchie: ascoltate, ascoltate, ma ogni tanto date pure una mescolata e non siate pigri (ché il pollo non si cuoce mica da solo, ha bisogno del vostro olio di gomito!).
Ore 20:17: la missione sta per volgere al termine: resistete, abbiate fiducia. Passati questi primi cinque minuti di cottura, versate in pentola anche i piselli che avevate sbiancato precedentemente. A questo punto è il momento di salare. No, non come fate di solito con le patatine surgelate: salate poco, ché troppo sale fa male. Il giusto, la via di mezzo, la misura, poco quanto basta, ecco. E ricordate: è sale, non zucchero (non si sa mai!).
Ore 20:21: ora viene il bello, state accorti e non abbiate paura, siete alla fine del cerchio. Versate il latte parzialmente scremato, quanto basta per ricoprire i tocchetti. Non fateli affogare, per amor del cielo, non sono mica i vostri nemici: sono il vostro cibo, la vostra creazione, la vostra cena. Amate ciò che mangiate, ciò che cucinate: non sapete quanto amore per voi vi verrà restituito.
Ore 20:25: avanti, fate un respiro di sollievo. Passati questi pochi minuti, il latte si sarà addensato e ristretto. Ci siete: spegnete il fuoco e pepate. Anche qui, devo ripetervelo: non abusate col pepe, anche se la missione sembra essere andata a gonfie vele. Il premio maggiore sarà la soddisfazione, ma una sana. Vi sentirete bene e con la pancia piena di buone cose, questa è la ricompensa giusta per voi.
Ore 20:29: ad un minuto dalla fine, ce l'avete fatta, ad un minuto dalla fine, avete completato la missione. Servitevi i tocchetti e fatelo con la grazia di un buon cuoco: ma servitelo per voi. Lo so che la tovaglia non è di lino. Lo so che non c'è nessuno con voi, che sono i libri da studiare o il conto del mese a farvi compagnia. Ma non importa: voi meritate un bel piatto, proprio bello. Bello come voi, come il vostro impegno.
Ore 20:30: il momento della prima forchettata. La Missione è divenuta Possibile e gli sforzi sono valsi a molto. Vi sentite sazi: d'amor proprio, di gioia, di tranquillità. Non accendete la tivù. Io vi consiglio un po' di musica, quella che più amate. Ascoltate il cibo, ascoltate la musica: ascoltate il vostro cuore che batte, il vostro stomaco che ringrazia, la vostra felicità fatta in casa. Bon appètit.
  
Con questa ricetta partecipo al Contest: Happyness is homemade


domenica 28 aprile 2013

I biscotti della vicina: Petits biscuits al cocco


Quant'è variegato il mondo dei vicini. C'è il vicino che ascolta ogni tua telefonata, se ti azzardi a mettere piede in terrazzo con il cellulare all'orecchio; c'è il vicino che taglia i rami del tuo albero, perché "usurpano la proprietà" altrui; c'è il vicino che pretende di avere l'erba più verde (e invece il suo giardino è il set di un nuovo film di Indiana Jones); c'è il vicino che ti chiede lo zucchero (e poi è lui ad avere una piantagione di canna da zucchero in qualche posto sperduto dell'emisfero australe); c'è poi il vicino che bussa alla tua porta per regalarti ogni tanto dei biscotti e darti pure la ricetta. Una delle mie vicine appartiene a questa ultima categoria, e mi posso definire "fortunata". Voi, invece, con quale vicino siete costretti a "convivere"? Per questi deliziosi biscottini ho seguito le sue dosi, ma ho deciso di prepararli al cocco, ché questa domenica m'ispirava così - è una domenica di primavera, leggera, leggera. Ho fatto anche una buona tazza di tè, io lo adoro classico, con una goccia di latte: è stato un momento che mi son voluta regalare, in questa giornata, prima di cominciare un'altra dura settimana. Allora spero vi piacciano e, se avete grane con qualche vostro vicino di casa, mangiatevi un biscotto e non pensateci più. 

Ingredienti
- 240 gr di farina 00
- 60 gr di farina di cocco
- 2 uova medie
- 100 gr di zucchero
- 100 gr di burro
- 1 pizzico di sale
- 1 bustina di vanillina
- 1 cucchiaino di lievito per dolci

Preparazione. In una ciotola mettete le due farine, lo zucchero, la vanillina, il sale e il lievito. Mescolate. Aggiungete il burro freddo, tagliato a tocchetti. Mescolate ancora, frizionando con le mani. Fate una fontana e al centro versate le due uova intere. Sbattetele e impastate il tutto sempre con le mani. Ottenete un impasto liscio e omogeneo. Lasciatelo riposare per circa 10 minuti. Mettetelo in un sac-à-poche con la bocchetta rigata e formate i vostri biscotti. Adagiateli su una teglia ricoperta di carta da forno e infornateli a 200° per circa 3-5 minuti (state attenti: appena sono leggermente dorati, sfornateli subito!). Lasciateli raffreddare, così si induriscono un po', ottenendo la loro giusta consistenza: saranno pronti per una buona colazione o per qualsiasi momento della giornata in cui vi andrà di mangiarne uno. Bon appètit.

Con questa ricetta partecipo al Contest: Keep calm and drink tea

mercoledì 24 aprile 2013

Hot chicken chili with fresh salad and rosemary tortillas



Non scrivo su questo blog da diciassette giorni. Un nuovo record, immagino. Mi scuso tanto della mia assenza, impegni, cambiamenti e giornate compresse mi hanno totalizzato completamente. Respiro adesso, nello scrivere di nuovo, ora che ho un po' più di tempo, finalmente (per la cronaca: mentre scrivo dalla finestra entra prepotente il profumo della zagara, una fragranza che è impagabile e che mi mette di ottimo umore). Quale migliore occasione per tornare a postare ricette dell'attesissimo MTC di Aprile? Ormai questo appuntamento di tradizione e interpretazione mi è entrato nel cuore. Anche stavolta, il tema del mese, scelto dalla vincitrice Anne, ha attratto le mie papille gustative e ha messo in moto le mie celluline grige (vero, Poirot?): la cucina texana. Devo naturalmente ammettere che la sfida di questo mese è stata acclamata, in famiglia. Mio marito adora il Western: avrà visto "Balla coi lupi" almeno una quindicina di volte; l'equitazione è una delle sue passioni più forti; e,inoltre, è un vero patito della musica country. A me "la conquista del West" non mi attira molto come genere (cinematografico, per esempio), ma, dopo parecchi anni di matrimonio, me ne son fatta una ragione ho imparato ad accettarlo: pistoleri appassionati e amanti dell'aforisma, indiane troppo indifese, cavalli sempre evanescenti (che appaiono quando servono, per una corsetta improvvisa in mezzo ad assolati canyon) mi hanno sempre tenuta in disparte, mi hanno fatto respingere per principio questo mondo lontano, anche se, a dirla tutta, affascinante per la sua essenzialità, per il suo calore. Ma per l'MTC si fa di tutto.






Così, qualche sera fa, ho ri-visto "Balla coi lupi" assieme a mio marito, sul divano come due fidanzati, mentre lui, stranito, mi fissava incredulo, cercando di capire cosa si celasse dietro questo mio repentino interesse. Beh, oggi mi ha proprio scoperta, mannaggia: il mio chili ha chiarito i suoi dubbi e saziato la sua solita fame. E' stato un gran piacere cucinarlo, anche pensando a lui. Solo di una cosa non è rimasto molto convinto: perché il pollo?, mi ha chiesto. A questa domanda ho risposto subito, perché è la prima cosa che mi era venuta in mente quando ho costruito il piatto: "Immagina due cowboys che stanno per spararsi a vicenda, dopo aver contato i passi canonici l'uno dall'altro; immagina che in quel momento il loro stomaco brontoli; immagina che passi di lì una gallina malaugurata, inconsapevole del fatto che il suo destino sarà quello di essere servita con delle tortillas; immagina questo" gli ho detto all'orecchio " e dimmi se non potrebbero farne una buona scena western". Al che mi ha sorriso, e io con lui. A voi la mia proposta, dunque, e Buon MTC a tutti. E, anche se non vi piace il western, non potrete non farvi inebriare dal gusto deciso del chili texano, impreziosito da un'insalata fresca, caratterizzata dalla presenza delle sane fave del mio orto, e accompagnato da tortillas profumatissime. 




Ingredienti
Per il chili
- 400 gr di petto di pollo
- 1 rametto di rosmarino fresco
- 2 peperoncini rossi freschi
- 1 cucchiaio di olio evo
- origano q.b.
- 1 cucchiaino di paprika
- sale q.b.
- (un po' d'acqua)
Per l'insalata di contorno
- 1 cipolla rossa
- foglie di basilico q.b.
- fave fresche q.b.
- pecorino semi-stagionato q.b.
- olio extra vergine d'oliva
- sale e pepe q.b.
- olio di arachidi (per friggere)
Per le tortillas
- 500 gr di farina di grano duro
- 4 cucchiai di olio evo
- 1 cucchiaino raso di sale
- 1 rametto di rosmarino fresco
- 1 cucchiaino di lievito chimico non vanigliato
- 200/250 ml di acqua tiepida

Preparazione. Infornate i peperoncini a circa 200°: quando sono abbrustoliti, metteteli in un sacchetto di plastica, spellateli, eliminate i semi e tagliuzzate col coltello. A questo punto tagliate a tocchetti il petto di pollo e mettetelo in una ciotola: cospargetelo di rosmarino (tagliato finemente), paprika, sale, origano e, infine, un cucchiaio di olio extra vergine d'oliva. Mescolate bene, per far aderire alla carne. Mettete i tocchetti in una pentola di coccio e fate cuocere a fuoco molto lento per circa quaranta minuti (controllate bene la cottura e, se è necessario, aggiungete un po' d'acqua). Quando sarà pronto, lasciatelo riposare: sarà ancora più buono se lo gusterete il giorno dopo. Servitelo assieme ad una buona insalata. Per prepararla cominciate dal basilico, che darà un tocco di croccante delizia al tutto: lavate e asciugate bene delle grosse foglie di basilico e friggetele in olio caldo per qualche secondo (state attenti a non scottarvi!). Tagliate a rondelle una cipolla rossa e sgusciate delle fave fresche e tenere. Tagliate a piacere il pecorino, componete l'insalata di contorno e conditela con un buonissimo olio extravergine d'oliva, assieme a sale e pepe. Altro accompagnamento essenziale sono le tortillas. In una ciotola mettete la farina, il lievito, il sale. Mescolate bene ed incorporate l'olio evo, strofinando con le mani, ottenendo un composto sabbioso e umido, a cui unite un rametto di rosmarino fresco tritato finemente. Allora versate a filo e pian piano l'acqua tiepida: ottenete un panetto liscio e omogeneo. Formate delle palline quando una noce e coprite con un panno umido, lasciandole riposare per circa venti minuti. Riscaldate la padella antiaderente a fuoco moderato e, dopo aver steso col mattarello ogni pallina, dando una forma più o meno circolare, fate dorare ambo i lati, ottenendo le vostre croccanti tortillas al profumo di rosmarino. Bon appètit.

Con questa ricetta partecipo alla sfida di Aprile dell'MTC, Chili con carne



domenica 7 aprile 2013

Profumo di Sicilia: Biancomangiare



Terminate le "vacanze" pasquali, eccoci giunti al settimo - mamma mia, già al settimo! - appuntamento mensile della rubrica Profumo di Sicilia. Rinnovo i miei ringraziamenti a chi questa rubrica la segue dal primo giorno e a chi ha voluto assaggiare un pezzetto di cucina siciliana, assieme a me. Dopo aver trattato ampiamente di Palermo e delle sue leccornie (stavolta mi tratterrò e non farò bis, anche se ci sarebbe molto e molto da provare!), oggi ci facciamo un giro a Ragusa. Se vi va, salite in carrozza e non ve ne pentirete: alla fine vi regalerò un buon dolcino, quindi ne vale proprio la pena. Ragusa è affascinante, sa di pieno barocco. Io, conoscendo Catania, ne capisco il tocco, ne percepisco la vicinanza. La città, distrutta da un violentissimo terremoto nel 1693, venne ricostruita con il caratteristico stile barocco dell'epoca, le cui tracce indelebili rimangono nelle bellezze dell'architettura ragusana. Per questa sua conformazione architettonica, artistica e storica, nel 2002 Ragusa è stata dichiarata Bene e Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Per me questo è una conquista, è un riconoscimento doveroso e assolutamente condivisibile. Non sto qui a elencarvi i particolari, ma vorrei soltanto trasmettervi l'esperienza che potreste fare trascorrendo anche solo un giorno a Ragusa: è un quadro siciliano, un bozzetto tipico, un sogno indimenticabile, una fotografia da imprimere nei ricordi. Il respiro della città, la plasticità variabile del barocco, i Monti Iblei sullo sfondo: ecco la musica ragusana. 


E la cucina, direte voi? Splendidi piatti caratteristici. Ve ne dico qualcuno (e ditemi come non potevo essere indecisa su quale ricetta proporvi!): fantastici e particolari sono gli impanatigghi di Modica, ossia biscotti a mezzaluna con cioccolato, mandorle e carne di manzo, per non parlare della cobaita, ossia biscottini con "ciciulena", cioè semi di sesamo; e molti, molti altri. Tra i prodotti tipici vanno assolutamente annoverati il caciocavallo ragusano e il miele ibleo, due prelibatezza. Sì, va bene, direte voi, ma tu che hai preparato? Io ho pensato al Biancomangiare, ricetta tipica modicana che si ritrova, coi giusti distinguo, in Valle d'Aosta e in Francia, come il cosiddetto blanc à manger. E' un buonissimo dolce al cucchiaio, un budino di latte di mandorla, acqua, zucchero, amido, cannella e limone: nient'altro, niente uova, niente latte. Anticamente si faceva in formine di terracotta e si versava il tutto su foglie di limoni. E' un dolce semplicissimo, raffinato ma umile. La sua delicatezza e il suo candore mi hanno sempre incantato. 

Da brava siciliana non posso non ricordare Tomasi di Lampedusa che lo cita nel suo famoso Il Gattopardo: "Mentre degustava la raffinata mescolanza di biancomangiare, pistacchio e cannella racchiusa nei dolci che aveva scelti, don Fabrizio conversava con Pallavicino". Da questa testimonianza colgo l'occasione per precisare che il biancomangiare, che poteva essere realizzato anche con altro tipo di ingredienti (brodo o latte vaccino), veniva anche usato come ripieno per la realizzazione di altri dolci, di cui il nobile Fabrizio avrà avuto esperienza diretta, per diminuire i suoi dolori, le sue speranze di casato, la sua stanchezza aristocratica, in occasione del notissimo ballo. E, fatto anche questo doveroso riferimento letterario (non prendetemi per colta, non ho questa pretesa, sia chiaro!), non mi resta che spiegarvi come si fa. P.s. L'idea delle scaglie di limone sul biancomangiare a forma di fiore mi è venuta in mente stanotte, durante le mie rimuginazioni notturne, e, felicissima, grazie al contrasto con il bianco luminoso, ho potuto realizzare il risultato simpatico di una piccola margherita.

Ingredienti
- 400 gr di mandorle
- 1,2 l di acqua
- 180 gr di zucchero
- 180 gr di amido
- 1 pizzico di cannella
- buccia di un limone

Preparazione. Per qualche minuto sbollentate le mandorle, sgocciolatele e spellatele, per poi lasciarne da parte 60 grammi per la decorazione (tostatele, perché daranno un tocco croccante in più al piatto finale), mentre tritate tutte le altre. Allora mettetele in una ciotola, assieme all'acqua bollente. Lasciate riposare e poi, usando un telo di lino, filtrate tutto il composto per ottenere il latte, facendolo versare in una pentola. Ricordatevi di strizzare bene le mandorle, per avere più latte possibile. Di questo latte di mandorla che avete ottenuto dovrete usarne solo un litro, perché le dosi sono legate a questo. Sempre nella pentola in cui l'avete raccolto, aggiungete un po' di buccia di limone, la cannella, lo zucchero, l'amido e, con l'aiuto di una frusta, mescolate bene. A questo punto ponete sul fornello, a fuoco moderato, mescolando ancora con un cucchiaio di legno. Fate bollire. Il composto prende una certa consistenza cremosa e, allora, versatelo  nei vostri stampini. Lasciate in frigo per ottenere un completo raffreddamento (tre ore di sicuro). Quando il biancomangiare sarà ben freddo, dopo averlo ruotato, servite con scaglie di limone e mandorle tostate. Bon appètit. Nota: dato che non ci facciamo mancare niente, vi consiglio di gustare il biancomangiare in compagnia di questo buon libro, per leggere un po' di Sicilia.



Con questa ricetta partecipo al Contest: Sapori tra le righe


Con questa ricetta partecipo al Contest: Una ricetta della tua regione



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