domenica 30 settembre 2012

Profumo di Sicilia

Il sole che gioca con le nuvole e si nasconde dietro le montagne lontane. L'odore di zagara, arancia, limone, di olive. Le foglie d'un vento che sposta teneramente i vestiti lasciati ad asciugare, le chiome delle fanciulle. Gli scogli scuri e bagnati da un Mediterraneo che è vivo più di te, più di me. La Sicilia splende e non acceca mai, si lascia guardare come una sirena fiera ed attraente, consapevole delle proprie bellezze.

Mi è venuta un'idea, qualche settimana fa. L'idea di portarvi in tavola piccoli pezzi di Sicilia, piatti della tradizione della mia regione, farvela conoscere sotto le sfumature che io vedo ogni giorno. Faremo un giro nei posti più belli e significativi della mia Sicilia, passeremo per ogni provincia e ci porteremo dietro un ricordo, lo conserveremo gelosamente, lo metteremo su un piatto da portata e gusteremo il sapore siciliano. Il sale del mare ci toccherà il palato, i gusti forti busseranno alle nostre labbra e noi li faremo entrare. 

Una volta al mese vi proporrò un piatto da me realizzato, estrapolato dalla tradizione culinaria siciliana. Vi mostrerò piatti più o meno conosciuti, vi farò amare la caratteristica atmosfera che da essi fuoriesce. Cercherò di mettere del mio, anche per me sarà un viaggio per scoprire qualcosa di nuovo. I preparativi mi hanno già dimostrato questo, e lo vedrete. Il nostro Tour toccherà le nove province di Sicilia: Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Trapani. 

Profumo di Sicilia è un appuntamento che non potete perdere. Da domani vi attende una sorpresa, non lasciatevela scappare, altrimenti lo scirocco la porterà via.

sabato 29 settembre 2012

Melanzane grigliate con riso in salsa di pomodorini



Straordinariamente oggi vi propongo anche una seconda ricetta. Se gli involtini li ho preparati per la cena di stasera, questo piatto l'ho realizzato per pranzo e devo dire che è stato ben gradito. Il caldo persiste in Sicilia e, nonostante la voglia di catapultarmi in un autunno desiderato e desiderabile, per cause di forza maggiore (temperature da spiaggia e capogiro), con gioia mi tocca preparare un piatto coloratissimo (rosso come il sole che spacca le pietre), con verdure che vanno sempre bene. Veniamo a noi, quindi: la ricetta di oggi è molto pratica, l'ho creata in monoporzioni da trasportare, quando si è fuori casa, devo dire che è molto agevole e molto più salutare di certi panini da fastfood che tormentano la linea di chi passa una pausa pranzo obbligatoria. Questa è di certo un'alternativa, il gusto vi sorprenderà. Mette pure il buonumore, anche con questo caldo, ve lo assicuro.

Ingredienti
Per quattro monoporzioni
- 1 grossa melanzana
- 200 gr di riso parboiled
- 1.2 kg di pomodorini
- 1 mozzarella
- foglie di basilico q.b.
- olio extravergine d'oliva q.b.
- manciata di parmigiano
- 2 spicchi d'aglio
- sale e pepe q.b.


Preparazione. Tagliate a fette le melanzane, salatele e ponetele per una mezz'ora in un cola pasta per far perdere l'acqua di vegetazione. Nel frattempo in una pentola aggiungete l'olio e soffriggete due spicchi d'aglio in camicia. Toglietele e aggiungete i pomodorini tagliati a pezzettini e cuocete per venti minuti circa. Salate, pepate e passate la salsa grossolanamente. Aggiungete qualche foglia di basilico e mettete da parte. Cuocete in acqua salata il riso, scolatelo e conditelo con la salsa, lasciandone un po' a parte, ed una manciata di parmigiano. Tornate alle melanzane, spennellatele di olio d'oliva e in una piastra grigliatele ambo i lati. Su una prima fetta di melanzane mettete abbondante riso con mozzarella a pezzi, coprite con una seconda fetta con un cucchiaio di salsa. Adagiate le vostre monoporzioni su una teglia coperta di carta forno e infornate a 180° per circa dieci/quindici minuti. Servite caldi o freddi, a casa o fuori. Bon appetit.

Con questa ricetta partecipo al Contest: Colora il tuo autunno


Involtini di vitello con mascarpone al pistacchio


Il pistacchio (specie quello di Bronte) è una bontà di cui andare fieri: è un prodotto genuino, irresistibile e molto versatile in cucina. Mi ha pizzicato l'immaginazione e mi son data da fare per preparare questo piatto: dalle mie parti è abitudine preparare gli involtini con un ripieno di mollica, ma a me è piaciuto fare una variante ancora più "pistacchiosa", il mascarpone esalta moltissimo il sapore deciso del pistacchio. Non vi resta allora che continuare la lettura per scoprire come si realizzano.

Ingredienti
Per quattro involtini
- 140 gr di sottili fette di fesa di vitello
- 80 gr di prosciutto cotto
- 80 gr di mascarpone
- 1 cucchiaio di Grana Padano
- 100 gr di pistacchi di Bronte tritati
- manciata di pistacchi di Bronte tostati
- olio extravergine d'oliva q.b.
- sale e pepe q.b.
- vino bianco q.b.
- burro q.b.


Preparazione. Bagnate le fette di vitello in olio d'oliva. Allargatele e su ciascuna adagiatevi una fetta di prosciutto cotto. Mescolate al mascarpone un cucchiaio di pistacchi tritati, i pistacchi tostati, un cucchiaio di grana, sale, pepe ed ottenete la vostra crema per il ripieno. Sulle vostre fette di vitello e prosciutto mettete in punta un po' di ripieno, arrotolate, passate nel resto di pistacchi tritati (chiudete ai lati con degli stuzzicadenti, se è necessario). In una padella aggiungete del burro abbastanza per cuocere i vostri involtini. Dopo qualche minuto versate un po' vino bianco, fate rosolare ambo i lati, salate, pepate. La cottura dura circa una decina di minuti. Servite caldi e bon appetit.

Con questa ricetta partecipo al Contest:Il pistacchio di Bronte


venerdì 28 settembre 2012

Pancrepes alla marmellata di prugne


Sì, le mie prugne sono la mia soddisfazione: ne vado matta e ne ho raccolte tantissime, quest'anno. Sono di pasta gialla, gustosissime ed il mio albero ha fatto faville, devo proprio ringraziarlo. Beh, per l'occasione ci voleva proprio qualcosa di speciale ma veloce da preparare, qualcosa che esaltasse il gusto della mia marmellata. Ma certo, poteva mancare sul mio blog la mia adorata marmellata di prugne? Spero sappiate quanto è divertente e soddisfacente farla a casa con la propria frutta! Mi è venuta l'idea di questi "pancrepes", capirete perché li chiamo così, e vi assicuro che si sciolgono in bocca. Sono perfetti per una colazione speciale e del buonumore, mettiamo da parte per una volta cereali e biscotti e godiamoci questa delizia. 


Ingredienti
Per la marmellata
- 1 kg di prugne (già pulite)
- 600 gr di zucchero semolato
Per 5 pancrepes
- 5 fette di pane bianco in cassetta
- 2 uova
- 1 cucchiaio di zucchero semolato
- 2 cucchiai di farina 00
- 6 cucchiai di latte
- burro q.b.
- zucchero a velo q.b.


Preparazione. Occupatevi della marmellata (preparatela un giorno prima). Lavate, denocciolate e tagliate a pezzi le prugne grossolanamente. Mettetele in un tegame e cuocete per circa cinque minuti, sempre mescolando. A questo punto aggiungete lo zucchero e cuocete per quindici/venti minuti. Mescolate in continuazione. Prendete i barattoli di vetro, precedentemente sterilizzati in acqua bollente, riempite quasi fino all'orlo, chiudete ermeticamente ed adagiatele sul vostro tavolo a testa in giù. Appena la marmellata è raffreddata, è pronta. Adesso passate ai pancrepes. Con un coppa pasta tagliate il vostro pane in cassetta, ricavandone dei cerchi. In una ciotola sbattete uova, latte, farina e zucchero. Immergete le vostre fette una ad una e friggete ambo i lati in una padella assieme ad una noce di burro che aggiungete di volta in volta. Appena sono dorati, cospargeteli di marmellata di prugne a vostro piacimento. Spolverate di zucchero a velo. Bon appetit.


Con questa ricetta partecipo al Contest: Le marmellate di Mariangela Prunotto


sabato 22 settembre 2012

Broccoli di casa mia #1: l'impanata mediamente leggera



Il mio orto ha cominciato a sfornare nuova e fresca verdura di stagione, e di ciò sono contentissima. Stamattina ho raccolto i primi broccoli, sono davvero belli. A casa mia ne vanno matti e devo dire che con i miei figli, anche quand'erano piccini, non ho mai avuto problemi: con la mia fantasia mi è facile portare sul piatto diverse ricette a base di broccoli, senza lasciare nessuno scontento. A questo proposito, ho pensato di cominciare con una ricettina sostanziosa e "mediamente" leggera (a parte gli scherzi, potrebbe essere molto più pesante di così, vi assicuro che la fanno!). Durante la fase autunno-inverno ne preparerò altre e spero che, anche chi non ama troppo i broccoli, ne rimanga colpito ed invogliato. Continuate a seguirmi come state facendo (grazie, davvero) e procediamo insieme alla preparazione dell'impanata o "scacciata", come si dice dalle mie parti.

Ingredienti
Per il panetto
- 400 gr di farina di grano duro di semola rimacinata
- 200 ml di acqua
- 1 cubetto di lievito di birra
- 50 gr di olio extravergine d'oliva
- 1 cucchiaino di zucchero
- 1 pizzico di sale
Per il ripieno
- 3 mazzetti di broccoli
- 1 cipolla rossa di Tropea
- 1 mozzarella di bufala
- Grana Padano q.b.
- peperoncino q.b.
- olio extravergine d'oliva q.b.
- 300 gr di salsiccia fresca al pepe
- 6 olive nere


Preparazione. Mettete la farina su una spianatoia. Formate una fontana ed in un angolo mettete il pizzico di sale. Al centro di tale fontana versate l'acqua tiepida, dove avete sciolto lo zucchero e il lievito, e l'olio d'oliva. Impastate tutto e lavorate l'impasto per avere un panetto compatto e liscio. A questo punto mettetelo in una ciotola, copritelo con della pellicola ed un panno.Tenetelo in un luogo asciutto e caldo per un'ora (fino a che il volume risulta raddoppiato). Nel frattempo lavate e tagliate a ciuffetti i vostri broccoli. In una pentola mettete abbondante olio, dove friggete la cipolla affettata, il peperoncino, la salsiccia sbriciolata ed infine i broccoli ancora bagnati. Aggiustate di sale. Cuocete per circa un quarto d'ora, mescolando di tanto in tanto. Appena la pasta è lievitata ed il ripieno è raffreddato, oliate una teglia e adagiatevi il primo strato di impasto che avete steso col mattarello. Riempite abbondantemente al centro e aggiungete la mozzarella a pezzetti, le olive spezzettate ed una manciata di grana. Coprite con un altro strato di pasta stesa, chiudete i bordi. Applicate un buchino centrale e pizzicate con una forchetta la superficie dell'impanata. Spennellatela di olio d'oliva. Infornate a 240° per una mezzora (quando è dorata sopra e sotto, sfornatela). Servitela calda o fredda. Bon appetit.

mercoledì 19 settembre 2012

Lasagne alle melanzane


I miei pomodori e le mie melanzane mi hanno regalato, quest'estate, parecchie ricette sfiziose ed invitanti. Fortunatamente il mio orto non mi sta ancora abbandonando del tutto, anche se tra breve saranno rigogliose le verdure di stagione, che saranno oggetto delle ricette autunnali ed invernali. Le lasagne che vi propongo oggi sono una mia invenzione semplice, abbastanza veloce e fresca, con una buona dose di calorie e gusto. Di certo non si può dire che questa lasagna non sia genuina. Io la rimangio con gli occhi. E voi?

Ingredienti
- 6 melanzane medie
- 1.5 kg di pomodorini
- 250 gr di lasagne all'uovo
- olio extravergine d'oliva q.b.
- basilico fresco q.b.
- 1 scalogno piccolo
- 2 mozzarelle
- sale e pepe q.b.
- parmigiano q.b.
- pangrattato q.b.


Preparazione. Affettate le melanzane. Salatele e mettetele in uno scola pasta per far perdere la loro acqua di vegetazione. Adagiatele poi su una teglia ricoperta di carta forno e spennellatele con l'olio d'oliva. Infornate a 220°. Appena sono dorate, sfornatele. Nel frattempo soffriggete in olio d'oliva lo scalogno ed i pomodorini tagliati a pezzetti. Salate e fate cuocere a fuoco vivo per circa quindici minuti. Pepate, aggiungete il basilico tagliato a pezzi, mettete da parte. A questo punto, quando le melanzane ed i pomodori sono pronti, prendete una teglia per otto porzioni circa. Spolverate il fondo con del pangrattato e qui adagiate in fila le melanzane. Versate un po' di pomodorini. Adagiate le vostre lasagne (se sono fresche, dovete prima scottarle un attimo in acqua bollente, altrimenti usatele subito tranquillamente). Mettete altri pomodorini e la mozzarella tagliata a fette, spolverate con una manciata di parmigiano. Fate un altro strato, seguendo lo stesso procedimento. Alla fine, coprite interamente la teglia con altre fette di melanzane, qualche pomodorino e dell'altro parmigiano. Irrorate con un filino d'olio extravergine d'oliva. Infornate a 220° per circa venti minuti. Bon appetit. 

sabato 15 settembre 2012

Rose viola di crauti e ricotta


Stamattina mi sono svegliata con la coperta fino alle guance, faceva un freddo che non mi aspettavo. E' proprio vero che l'estate è quasi finita, il vento, la pioggia ed i nuvoloni ne sono evidentissimi testimoni. Questo tempo, nonostante tutto, mi trasmette una gran voglia di stare a casa, naturalmente in cucina, tra i fornelli. E la sfida di oggi è stata preparare un piatto particolare per un contest raffinato. L'obiettivo? Creare una ricetta in cui il colore viola ne faccia da padrone e sia evidente. Pensandoci un po' su, ho scelto ingredienti che, secondo me, si armonizzano meravigliosamente dando al piatto il colore che proprio cercavo (non parliamo del sapore, che è sublime!). I crauti rossi, il vino, la cipolla di Tropea e la ricotta danno vita ad un connubio davvero perfetto. Difatti la mia famiglia ha apprezzato molto questo piatto, inutile dirvi che non è rimasta che la teglia vuota. 


Ingredienti
Per dodici rose
Per la pasta
- 300 gr di farina 00
- 3 tuorli d'uovo
- 150 ml di Nero d'Avola
Per il ripieno
- 1,5 kg di crauti rossi
- 500 gr di ricotta di pecora
- Grana Padano q.b.
- 1/2 cipolla di Tropea
- 1/2 bicchiere di Nero d'Avola
- 1/2 bicchiere di acqua
- olio extravergine d'oliva q.b.
- noce moscata e sale q.b.
- burro q.b.

Preparazione. Per prima cosa occupatevi della preparazione della pasta. In una spianatoia formate con la farina una fontana, dove inserite i tuorli, il vino (il Nero d'Avola è un famoso ottimo vino rosso siciliano). Impastate il tutto fino ad avere un panetto liscio ed omogeneo. Coprite con un canovaccio e mettete da parte. Adesso passate al vostro ripieno. Tagliate a fettine sottilissime i crauti. In una padella soffriggete la mezza cipolla di Tropea ed aggiungete poi i vostri crauti. Mescolate per almeno cinque minuti. Allora versate il vino, fatelo evaporare. Salate e versate l'acqua. Cuocete il tutto per una buona mezz'ora. Poco prima del termine di tale intervallo, aggiungete un pizzico di noce moscata. Prendete un po' più della metà della vostra ricotta fresca e inseriteci la maggior parte dei vostri crauti stufati. Con un frullatore ad immersione formate una crema ben soda, dove aggiungete una buona manciata di Grana Padano e i crauti che avete lasciati da parte non frullati. Nel frattempo tornate alla vostra pasta. Stendetela bene e ricavate dei rettangoli (più o meno della grandezza delle solite sfoglie di lasagne). In una pentola portate ad ebollizione l'acqua salata, e, uno ad uno, scottate i vostri rettangoli di pasta. Appoggiateli poi su un canovaccio pulito. Aiutandovi con un cucchiaio ponete il vostro ripieno al centro delle vostre sfoglie. Richiudete su se stesse nel senso della lunghezza e arrotolate fino a formare piccole rose. Adagiatele su una teglia imburrata e infornate a 220° per circa quindici minuti. Sfornate e servite su un letto di ricotta (quella che vi era rimasta prima, affinata con qualche cucchiaio d'acqua di cottura della pasta). Bon appetit.


Con questa ricetta partecipo al Contest: Colors and food, what else? Settembre


venerdì 14 settembre 2012

Coco macarons con farcitura alla cannella


La scuola è ricominciata ed io ho rimesso le mani al volante ed i piedi sull'acceleratore. La cosa che mi piace di più dell'estate è di certo lo starmene a casa o in campagna, evitando a più non posso i traffici giornalieri. Poi, se proprio devo partire, mi tocca sorbirmeli anche in quel caso, è evidente! Benché io sia già molto occupata, questo blog mi dà sempre gioia e pensare a qualche ricetta, per particolari occasioni da foodblogger, mi fa tanto piacere ed allieta molto la mia giornata. Dopo il successo del mio Pavé (devo dire che siete stati generosi coi complimenti, vi ringrazio), torno di nuovo all'attacco con il cocco. Mi son detta: voglio preparare qualcosa che non ho mai avuto l'occasione, la pretesa o la forza di preparare. Qualcosa che sia elegante, ma di certo non troppo faticoso e lungo, altrimenti rischierei di sforare i miei tempi sempre troppo corti. Allora mi è venuta l'idea di cimentarmi coi macarons, questi biscotti che sanno di Parigi appena li si guarda. Ho notato parecchie ricette con procedimenti molto complicati e difficoltosi, ma credo che la mia vi colpirà per la sua semplicità e per la sua fattibilità, dal momento che ci tengo tanto ad essere sincera e precisa come posso nello spiegarvi il modo in cui realizzo le mie leccornie. E, reputando che cocco e cannella si sposano divinamente, perché non provare a metterli insieme? A questo punto non vi resta che leggere di seguito e magari decidervi a preparare anche voi i miei deliziosi macarons.

Ingredienti
Per quindici macarons
- 3 albumi
- 80 gr di farina di cocco disidratato
- 200 gr di zucchero a velo
- 25 gr di zucchero semolato
- pizzico di sale
Per la farcitura alla cannella
- 100 gr di cioccolato bianco
- 100 gr di panna fresca da montare
- mezzo cucchiaino di cannella


Preparazione. Parecchie ore prima del momento in cui servirete i vostri macarons, dedicatevi alla preparazione della crema con cui li farcirete. Sciogliete a bagnomaria i pezzetti di cioccolato bianco assieme alla panna ed alla cannella. Mescolate per farla raffreddare un po' e con la frusta elettrica montatela per almeno dieci minuti. Ponetela in frigo, per farla rassodare. Adesso passiamo ai macarons. Sbattete gli albumi, aggiungete il pizzico di sale e, non appena schiumano, lo zucchero semolato (io ho aggiunto, ad un impasto, anche un pizzico di cannella, ma questo solo se volete avere un effetto avana che potete vedere in alcuni macarons in foto). Sbattete con la frusta elettrica fino a che gli albumi non sono montati bene a neve. A questo punto con l'aiuto della spatola mescolate il composto con lo zucchero a velo e la farina di cocco, facendo molta attenzione a non smontarlo. Mettete l'impasto in una sac à poche e su una teglia coperta di carta forno fate dei mucchietti circolari del diametro di circa 3/4 cm. Lasciateli riposare per qualche minuto. Infornate a 120°, ma regolatevi a seconda del vostro tipo di forno, mi raccomando. Sfornateli quando sono cotti, ma non devono essere dorati, lasciateli, invece, bianchi. Fateli raffreddare e poi farciteli con la crema ormai ben soda e corposa.
Bon appetit.

Con questa ricetta partecipo al Contest: Il cocco



martedì 11 settembre 2012

A tutta seppia

A tutta seppia, esatto. Oggi vi propongo non una ma ben due ricette a base di seppioline gustosissime che ho trovato dal pescivendolo. A proposito di pesce, è forse questa l'occasione per parlarvi di una mia antica disavventura che, ogni volta che cucino del pesce, mi ritorna inevitabilmente in mente. Dovete sapere, cari lettori, che i miei familiari vanno matti per ogni tipo di pesce e, perciò, i piatti mediterranei di questo tipo non mancavano mai sulla mia tavola. Purtroppo, un giorno di un po' di anni fa, mentre a pranzo stavamo mangiando dei bellissimi gamberi, ho cominciato a gonfiare. No, non sto scherzando: sembrava che mi si stesse realizzando una metamorfosi in una mongolfiera, vi giuro che non è una cosa piacevole. Siamo corsi in ospedale e mi hanno diagnosticato un'improvvisa allergia ai crostacei ed ai frutti di mare. Pensate un po', un'allergia impensabile, della quale non sapevo nulla, dato che i crostacei li cucinavo tranquillamente prima. Ormai mi sono abituata a non farne uso e a non averne contatto, soffrono un po' forse i miei figli, i quali erano ghiotti di gamberi e gamberetti, ecco. Però, a volte, se proprio vogliono mangiarne, si danno una mossa loro con pentola e fornelli, così io posso riposarmi un attimo, anche se mi tocca vigilarli, non si sa mai cosa può succedere, per non trovarmi la cucina distrutta da un incendio, naturalmente. Per fortuna le seppie non mi fanno male ed anche io ho potuto gustare questi due piatti, un primo ed un secondo. Sono entrambi davvero molto semplici, ma non mi andava, per questo, di evitare di farveli vedere. In fondo ogni tanto qualcosa di poco elaborato e assolutamente genuino ci sta pure. Quindi cominciamo.

Risotto nero a tutta seppia


Ingredienti
Per due persone
- 200 gr di riso al nero di seppia
- 600 gr di acqua fredda
- 2 seppioline
- prezzemolo tritato q.b.
- noce di burro

Nota. Il riso che ho usato per questa ricetta facile facile l'ho acquistato a Venezia, come vi dicevo qualche post fa: mi ha colpito perché del riso al nero di seppia non l'avevo mai né visto né mangiato, quindi mi sono assolutamente diretta alla cassa senza nemmeno pensarci. Dato che il riso è già condito - il nero di seppia dona un gusto prezioso e forte, unico - non mi andava di caricare il piatto di altri sapori. Però ho messo naturalmente del mio, come in ogni cosa che faccio, anche la più tradizionale.

Preparazione. Riempite un tegame con 600 gr di acqua fredda e versatevi il riso al nero di seppia, senza aggiungere nulla. Poi accendete il fuoco, ponete su di esso il tegame e lasciate cuocere per circa quindici - venti minuti, mescolando ogni tanto con il mestolo. Nel frattempo prendete due seppioline, già pulite dal pescivendolo, e tagliatele a pezzetti. Circa a metà cottura del riso, versate le seppioline nel tegame e continuate a mescolare. Non appena notate che il risotto è pronto, aggiungete la noce di burro ed una buona manciata di prezzemolo tritato. Mescolate e servite rigorosamente caldo. Bon appetit.

Seppioline dorate in padella


Ingredienti
- seppioline q.b.
- farina 00 q.b.
- olio extravergine d'oliva q.b.
- prezzemolo tritato q.b.
- sale e pepe q.b.

Preparazione. Lavate le vostre seppioline, già pulite dal pescivendolo (per la quantità adeguatevi in base al numero dei commensali). Infarinatele bene. In una padella versate olio d'oliva e fatelo riscaldare. Non appena è bollente, versatevi le seppioline. Friggetele ambo i lati per poco meno di cinque minuti, donate loro una leggera doratura, conservandole morbide. Salate, pepate e spolverate con del buon prezzemolo tritato. Bon appetit.

lunedì 10 settembre 2012

Dischi di melanzane al pollo


Tra pochi giorni si riparte con la solita routine, anche se di autunno ancora non si può davvero parlare. Qui in Sicilia il caldo c'è ancora, eccome! Ma chissà, forse tra qualche settimana subiremo il vero cambiamento di stagione. Volenti o nolenti, il tempo delle ferie e dei viaggi volge ormai al termine. Difatti, come segno infallibile di ciò, manca pochissimo alla riapertura delle scuole. Il ritmo estivo viene spazzato via da una folata di vento, e chi si è visto si è visto. Basta coi ventilatori, basta con la pennichella dopo pranzo, niente mare e niente calura di belli addormentati. Adesso c'è bisogno di scatto, sveltezza, energia e voglia di fare. Questa non mi manca, fortunatamente. E fortunatamente, quest'anno, avrò qualcosa di nuovo da fare, tra una rincorsa a scuola in pieno traffico, una spesa veloce stile superman e la lettura di un buon libro sotto le coperte: quest'inverno avrò il piacere di occuparmi di questo blog, che ormai sta diventando un appuntamento indispensabile, gioioso e soddisfacente di ogni mia giornata. Grazie a voi, quindi.
Ma, adesso, veniamo alla ricetta di oggi, cari lettori: con le buone melanzane del mio orticello adorato - sempre quello, ve ne siete dimenticati? - e con del petto di pollo fresco fresco ed invitante, ho realizzato una vera leccornia, appetitosa e frizzante, uscita dalla mia umilissima testolina in un lampo di genio ed inventiva. La potete usare sia per i vostri buffet, se usate delle melanzane piccole, sia come vero e proprio secondo piatto, se abbondate con le dimensioni.

Ingredienti
Per dieci porzioni
- 2 melanzane
- 250 gr di fettine di petto di pollo
- olio extravergine d'oliva q.b.
- sale e pepe q.b.
- 1 mozzarella
- 1 cucchiaino di paprika dolce
- origano q.b.
- manciata di Grana Padano

Preparazione. Dalle due melanzane, ricavate dieci fette circolari senza togliere la buccia precedentemente. Salatele e mettetele in un cola pasta per almeno una buona mezz'ora, al fine di eliminare il loro liquido. Strizzate le fette di melanzane leggermente e adagiatele su una teglia ricoperta di carta forno, spennellandole con dell'olio d'oliva. Infornate a 200°, e, appena sono dorate, tiratele fuori. Nel frattempo tagliate a dadini il petto di pollo. In una padella soffriggete i tocchetti a fuoco vivo con un po' di olio d'oliva, sale, pepe, origano, paprika dolce. Al centro delle vostre fette di melanzane distribuite la mozzarella, tagliata a pezzetti, e i dadini di pollo ben cotti. Aggiungete una manciata di Grana Padano. Infornate nuovamente, giusto il tempo di far sciogliere la mozzarella. Spolverate, alla fine, con dell'altro origano. Servite caldi i vostri dischi di melanzane al pollo e bon appetit.

giovedì 6 settembre 2012

Pavé al cocco


Quello che vi propongo oggi è il mio biglietto da visita, il dolce che metterei in cima alla top ten delle delizie a cui non farei mai a meno. Devo ammettere che è da un bel po' di tempo che non lo preparo, e mi stupisco. In famiglia lo adorano tutti, prima era perennemente presente su ogni tavola festiva, non importava che fosse Natale, Pasqua od il compleanno di uno dei miei figli, i quali - manco a dirlo - ne vanno pazzi da quando sono nati. Servendolo ho sempre fatto un gran successone, qualche amica si è accodata e ha continuato a farlo a casa sua, incantata dalla semplicità di un piatto gustoso, morbido, ricco di ingredienti buonissimi. Spero che lo facciate anche voi, naturalmente, sarebbe per me una grande soddisfazione.
Allora non mi resta che mostrarvi come ho realizzato il mio Pavé al cocco.

Ingredienti
Per il panettone
- 2 uova
- 100 gr di farina 00
- 125 gr di zucchero 
- 50 gr di farina di cocco disidratato
- 1 cucchiaio colmo di cacao in polvere
- 1 bustina di vanillina
- 2 cucchiai di latte
- 1 cucchiaino di lievito in polvere
- 100 gr di burro sciolto e freddo
Per la copertura
- cocco fresco q.b.
- 50 gr di zucchero a velo
- 1 cucchiaio di cacao amaro
- 1 tazzina di caffè freddo
- 50 gr di burro sciolto e freddo

Preparazione. In una ciotola, usando la frusta elettrica, sbattete le uova con lo zucchero, fino ad ottenere un impasto biancastro. Aggiungete il cacao, la vanillina, il burro, un po' di latte e mescolate. Aiutandovi poi con una spatola, facendo attenzione a non smontare l'impasto, mescolate questo assieme alla farina, al lievito, alla farina di cocco. Infornate in una teglia quadrata od in una pirofila imburrata e infarinata - oppure usate della carta forno - a 200° per circa 15 minuti circa. Sfornate e punzecchiate la superficie del pavé con uno stuzzicadenti. Lasciate raffreddare ed occupatevi della copertura. Unite al caffè freddo lo zucchero a velo, il burro ed il cacao. Versate questa cremina sul pavé. Infine coprite con cocco fresco grattugiato a scaglie. Bon appetit.


Con questa ricetta partecipo al Contest Un dolce al mese: Il cocco


mercoledì 5 settembre 2012

Fresco frullato di fine stagione


Mi sembra che il tempo passi in fretta, che l'orologio faccia scherzi e si prenda giro di me. L'estate è volata (la mia prima estate da foodblogger, chi lo avrebbe detto?) ed ho una voglia matta di cambiare atmosfera. Eppure, nonostante i miei propositi, dal punto di vista culinario non ci sono ancora riuscita. Anche stamattina, come ieri, non posso fare a meno di presentare un piatto d'estate, anche se dalla finestra arriva un bel fresco bizzarro, davvero. Infatti, pensate un po': in giardino c'era vento mentre scattavo questa foto e la tovaglietta super-estiva svolazzava come non mai. Bando alle ciance, ciancio alle bande, eccovi il mio frullato per chi ancora volesse rinfrescarsi: gli ingredienti esemplari ma unici si armonizzano in un bicchiere di salute e refrigerio.

Ingredienti
Per due bicchieri
- 400 gr di polpa di mango
- 400 gr di polpa di ananas
- succo di 1 limone
- 6 foglie di menta
- acqua fredda q.b.
- 1 cucchiaino di zucchero
(se volete)

Preparazione. Tagliate l'ananas ed il mango a fettine. Frullateli in un mixer assieme alla menta spezzettata e versate il succo del limone. Aggiungete man mano l'acqua fredda (adeguatevi con le quantità, dipende dalla consistenza che volete che abbia il vostro frullato). Se vi va e se vi piace, aggiungete lo zucchero. Servite ovviamente freddo. Mettetevi in veranda: vedrete gli alberi salutarvi, gli uccellini cantare, direte che è ancora estate e vi sentirete bene. Bon appetit.

martedì 4 settembre 2012

Insalata mediterranea di fine estate



Nonostante un acquazzone recentissimo, che ha rinfrescato poco perennemente le temperature, il caldo oggi si è fatto sentire, almeno dalle mie parti. Mi ha già catturato l'autunno che è alle porte, per me l'estate volge al termine e si passa ad un'altra fase dell'anno, volente o nolente. Però, in questo periodo giocherellone, a fine estate, un'insalata di pesce non me la toglie nessuno, caspiterina. La freschezza del piatto e la bellezza del mio Mediterraneo che ne traspare mettono il sorriso e chiudono con grazia una stagione che ancora non ci abbandona. I miei figli hanno fatto di questa ricetta un pasto completo ed hanno apprezzato gli abbinamenti che ho scelto. Vediamo insieme come realizzarli.

Ingredienti
Per 4 persone
- 500 gr di anelli di totano
- 200 gr di surimi 
- 1 lattuga
- pomodori secchi sott'olio q.b.
- uva sultanina q.b.
- aceto bianco q.b.
- olio extravergine d'oliva q.b.
- sale, pepe, origano q.b.

Preparazione. Cuocete per qualche minuto gli anelli di totano in acqua salata. Scolateli e lasciateli raffreddare. Fate lo stesso procedimento coi surimi: appena vedete che salgono a galla potete spegnere il fuoco e metterli da parte. Tagliate i surimi a rondelle, i pomodorini a pezzettini, la lattuga lavata e asciugata. Mettete in una ciotola questi tre ingredienti assieme agli anelli e ad abbondante uva sultanina. Irrorate con aceto e olio, salate, pepate. Aggiungete l'origano per donare all'insalata un tocco niente male. Bon appetit.



lunedì 3 settembre 2012

Profumo di Venezia


Profumo di semplicità è sbarcato a Venezia. Tra la fine di un afoso Agosto e questi primi uggiosi giorni di settembre, ho passato le mie piccole vacanze in una delle tante bellezze d'Italia - la nostra Italia bella sia al nord che al centro ed al sud, ci tengo a precisarlo - luogo che ho reso, parecchi anni fa, una delle tappe del mio indimenticabile viaggio di nozze. Venezia sarà cambiata un po' da allora, ma non troppo: l'atmosfera è inconfondibile, fa barcollare i cuori, l'animo sospira dolcemente nel viverci dentro. Devo ammettere che la mia vacanza sembrava cominciare maluccio, cari lettori. In primis il caso Windjet, di cui la maggior parte di voi saprà qualcosa. Non vi dico le corse in aeroporto, la preoccupazione, l'ansia di un nuovo biglietto da rifare, il fiato mozzato dall'eventualità di avere problemi e di non poter partire affatto. Nonostante ciò, sono riuscita ad adeguarmi alla situazione e mi sono data da fare, facendo i passi giusti e ottenendo il mio biglietto. Lasciando stare le polemiche, vi annuncio l'altro dato - catastrofico, no? - che ha tentato di rovinare - prima ancora che io l'avessi cominciate - le mie adorate vacanze. Pochi giorni prima della partenza un telegiornale qualunque urla a squarciagola: "Arriva Poppea". Pensai a qualche showgirl innovativa, conoscitrice di storia latina (penso sia leggermente impossibile), spuntata dal nulla come di solito accade in questi casi. E invece no. Poppea è una nuova perturbazione, portatrice di pioggia. Fortunatamente neanche Poppea (chiamiamola stupidamente come vogliamo, ecco, seguendo la mania americana per i nomi agli uragani omicidi) ha fermato la mia speranza di un viaggio di piacere e meravigliosa visione.




All'acqua ci si abitua presto. Il fruscio del suo passaggio penetra lentamente nelle orecchie e non va più via. La musica di Venezia, i suoni che provengono dalle vie, mescolati alle parole dei gondolieri, agli accenti di una città piena zeppa e mai deludente, risuona sempre, anche quando si va via. Le piazze, i ponti, i vicoli, i portici. Tutto attrae l'occhio e lo stupisce. Tale bellezza non si ignora e pretende il nostro sorriso, i nostri occhi spalancati, l'obiettivo della macchina fotografica e dell'anima. 




Ho trovato un tempo inclemente solo all'arrivo. Scesa dal battello naturalmente traballante (per fortuna ho scoperto di non soffrire il mal di mare), appena ho messo piede sulla terra ferma, è sceso, in pochi secondi, il diluvio universale, apposta per me. L'ombrello ha salvato me e la mia valigia, la cartina si è bagnata un po' ma ho raggiunto comunque l'albergo, anche se abbastanza provata. Devo dire che, durante il resto del viaggio, il sole si è fatto vedere, solo qualche nuvoletta scura ha rattristato il cielo ogni tanto, mentre mi trovavo intenta ad assaporare lo splendore di monumenti quali la Basilica di San Marco, una mastodontica bellezza.
A questo proposito, trovandomi in questa piazza famosissima e parecchio grande, colma di turisti incantati quanto me, ho fatto la conoscenza di qualche essere non propriamente identificato. Volete sapere chi è?



L'U.F.O in questione è un pennuto, signori. Avevo sentito alla televisione la notizia della presenza di piccioni colorati, non so neanche bene per quale motivo, c'entrava un artista e dei croccantini ai pigmenti a tavolozza? Fatto sta che io li ho veduti ed erano molto simpatici: questo esemplare ha assunto una colorazione particolarissima e si atteggiava cercando l'obiettivo. L'ho immortalato in posa. Non è un attore nato, ma si sta abituando a pavoneggiarsi.



Il molo e le gondole, i pali di legno e lo sfondo di case lontane, riflessi in uno specchio di acqua lucente che fa battere il cuore e respirare un profumo diverso. Questo è forse il ricordo più bello che mi rimarrà di questo viaggio. Adoro quest'ultima foto, non sono bravissima con la fotocamera in mano (eppure faccio progressi, spero ne siate contenti) ma vi assicuro che a Venezia non serve essere un artista professionale - l'arte di ogni dettaglio sporca le mani e le pupille, si cattura in un attimo e la sua meraviglia non scappa via mai più. Mai più si dimentica una città come questa.



Affascinata e felice, non mi sono fermata solo a Venezia ed al centro storico. Su un battello ho raggiunto Murano, il tutto su una nuvola di fortuna. Due turisti, forse americani, mi hanno regalato dei biglietti per l'isola che a loro non servivano, poiché diretti all'Aeroporto Marco Polo. In un pomeriggio soleggiato, contenta del regalo improvviso che mi ha lasciato incerta ma soddisfatta, ho girovagato per le lunghe strade di Murano, ammirando la raffinatezza di creazioni artistiche eccezionali (dai prezzi esorbitanti, c'è da dirlo ovviamente). Questa foto ve la mostro fieramente, è una vetrina di un negozio classicheggiante, il più bello che ho veduto. La proprietaria mi ha permesso di regalarvi visivamente questi capolavori, è stata molto gentile. Forse solo un elemento di Murano mi ha lasciata delusa. Quando ci andai tempo fa le dimostrazioni dei mastri vetrai erano assolutamente gratuite. Tutti accorrevano a vedere ed affascinati comperavano souvenir. Adesso si chiede di pagare espressamente per vedere. C'è crisi, ma non credo che questo comportamento approfittatore invogli la gente a fare acquisti. Tuttavia questa è la mia opinione.




Nella terza foto vedete una gondola riccamente costruita, nella seconda il Ponte Rialto, uno spettacolo, nella prima ... Ehm, nella prima ci sono io che da un ponticello guardo l'orizzonte, ecco. Sono una persona molto riservata, non amo mettermi al centro dell'attenzione - nonostante io abbia un blog, ve lo assicuro - però volevo che mi scorgeste almeno un po', per una volta (ma non troppo, mi raccomando!). Adesso passiamo ad un altro luogo magnificente, ve lo mostro subito.


Il Gran Teatro La Fenice è d'una ricchezza impressionante. Io ho potuto sedervi, in galleria, per una serata intera. Mi sono goduta lo spettacolo ed ogni tanto gettavo occhiate sbalordite ai lampadari, al soffitto, ai palchi illuminati. Ho tentato di scattare questa foto alla meglio ed ho ottenuto un decente risultato.





Ora è il momento di parlare dal punto di vista gastronomico. I prezzi non li ho trovati lievitati come molti osano dire, la qualità (sapendo scegliere) mi è stata invece senza dubbio confermata. In un ristorantino niente male ho potuto gustare, tra le varie cose, dei cannelloni con ricotta e spinaci d'una morbidezza e squisitezza ineffabili ed anche un piatto di penne con gamberi, salmone e granchio. Inutile dire che erano deliziose. Ho portato a casa anche qualche dolcetto: ho notato che i veneziani usano molto i canditi, le nocciole (ho visto torroni invidiabili) e la frutta fresca. Di meringate e macarons ne fanno di tutti i tipi, cari lettori. Le pasticcerie che ho incontrato durante il mio percorso non mi hanno lasciato delusione, bensì l'acquolina in bocca.



Ed ecco a voi i souvenir che avevo promesso avrei portato. In ordine di apparizione sono: una tazza particolarissima con il Campanile di Piazza San Marco al posto del manico; delle Farfalle ai sei sapori, alla veneziana; una ghiottoneria unica che mi ha lasciata spiazzata ed incantata, ossia il Riso arborio al nero di seppia. Per ultimo ma non meno importante (è stato il più costoso quindi non potrebbe essere diversamente) un soprammobile a forma di uccellino (sarà un passerotto?) rigorosamente in vetro di Murano, dai colori leggeri, delicatissimi come il materiale con cui è stato abilmente creato.

Ho trascorso giornate piacevoli in una città che intinge con inchiostro indelebile il suo nome nella esistenza di ognuno. Di notte Venezia si svuota pian piano e perde i suoi colori, l'azzurro si spegne e diventano deserti i ponti. A mezzanotte la città si svuota per poi riprendere la sua furia affascinante - cascata di voci e colori e suoni e profumi - il mattino dopo. Ecco, ho terminato questo mio resoconto: domani si riparte con un autunno che la finestra mi mostra molto vicino. Buona lettura e visione. In questi giorni tornerò con le mie ricettine, siate pazienti.





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