Quest'oggi ho voglia di farvi una
proposta: attraverso il mio piatto vi farò viaggiare, fino in
Svizzera, pensate un po'. Dovete sapere che questa è la mia terra
natia, il luogo caro al mio cuore in cui ho trascorso la mia
infanzia, undici anni della mia vita. Ricordo la neve, le montagne,
l'aria sopraffina, le bontà gastronomiche, l'atmosfera. Poi sono
arrivata in Sicilia e mi sono innamorata di questa regione italiana
calda, solare, animosa, sempre viva e vivace, piccante ed amorevole.
Ma i ricordi non si abbandonano mai ed io amo viaggiare con la mente:
questa ricetta, appena la gusto, mi fa ritornare in mente la mia
Svizzera, quella che ho conosciuto io da bambina.
Questo piatto semplice l'ho gustato per
l'ultima volta due anni fa, quando, dopo tanto tempo lontana, sono
tornata per una settimana nella terra che mi ha dato i natali.
La mia
tappa, oltre al raggiungimento del mio paese natio, si è concentrata
su zone che non avevo mai visto prima, davvero meravigliose: Gruyère
e Leysin. Molto conosciuta è la prima destinazione, per il
buonissimo formaggio omonimo, che viene prodotto in quantità e di
qualità (sa di latte intenso, di erbe pregiate) e usato in cucina
divinamente, direi. Una città piccola, molto colorata, con un
castello bellissimo ed un panorama mozzafiato, caratteristica
svizzera indistinguibile. Meno conosciuta, forse, è Leysin, eppure
questa zona è molto apprezzata dai turisti, in estate per escursioni
a piedi ed in inverno per le grandi sciate. Montagne altissime –
verdeggianti o colme di neve, a seconda della stagione – fanno da
contorno e agguantano il respiro. Per la prima volta, due anni fa, ho
preso la funivia ed è stato molto gradevole, dico la verità.
Ricordo di aver pranzato in compagnia in un ristorante ad alta quota
molto moderno: la sala in cui mangiammo ruotava lievemente, facendo
sì che tutti i commensali e tutti i clienti potessero vedere ogni
angolo del panorama mozzafiato, visibile all'esterno grazie a
finestre amplissime, specchi di una lussureggiante visione. In questa
occasione ho potuto assaggiare nuovamente i röstis , fatti
interamente di patate, ma deliziosi come non mai. Naturalmente ho
preso la ricetta di questi e d'una insalata fenomenale ma
semplicissima gustata in un ristorantino all'aperto a Gruyère,
deliziosa ed indimenticabile località anch'essa.
Da umilissima cuciniera mi sono messa
ai fornelli, tentando di riporre su un piatto da portata la
magnificenza dei miei ricordi, degli odori, dei sapori. Questa idea
me l'ha data il Contest Un viaggio nel piatto, a cui partecipo con tanto piacere.
Spero di riuscire almeno in parte nell'intento: chiudo gli occhi e
sento l'aria fresca di montagne antiche. Prendo la forchetta e
assaggio: viaggio e so dove mi trovo.
Per l'insalata
- 1 insalata verde
- 120 gr di gruyère
- 80 gr di speck affumicato
Per il condimento
- 1 cucchiaio di maionese
- 1 cucchiaino di senape semi-forte
- gocce di aceto balsamico
- 1 cucchiaio di panna da cucina
- olio di mais q.b.
- sale q.b.
Per i röstis
- patate medie
- burro q.b.
- sale e pepe q.b.
Procedimento.
Bon appetit – e qui in francese ci sta a pennello.
Con questa ricetta partecipo al Contest: Un viaggio nel piatto
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