mercoledì 13 marzo 2013

Fideuà del capitano



<< La cambusa era in fermento, ma dentro le pentole non bolliva ancora niente. Ramiro, il povero cuoco di bordo, ne aveva abbastanza, si era proprio stufato. Ad alta voce, facendosi sentire da tutta la ciurma, intenta ancora alla pesca, e munendosi di mestolo di legno in segno di solennità, giurò che non avrebbe mai più, in vita sua, cucinato della paella. E aveva tutte le ragioni per indignarsi, il povero Ramiro, sfiancato nella sua fantasia culinaria dalla monotona fame del capitano Fernando. Egli era un'ottima forchetta, questo non si poteva negare, ed apprezzava sempre il suo cibo. Il problema era un altro: mangiava solo paella, a pranzo, a cena, e, qualche volta, in casi di grande abbondanza, anche a colazione. Era un paella-dipendente e Ramiro doveva disintossicarlo a tutti i costi, anche perché questa storia della paella gli dava il voltastomaco, cosa che nemmeno gli urti della nave gli provocavano ormai da tempo. Si mise, allora, a pensare. Mancavano solo due ore al pranzo e il capitano Fernando canticchiava al timone, pregustandosi la paella fresca del suo cuoco fidato. Questi non voleva di certo farlo irritare, dati i precedenti: una volta, a causa di scarsità di gamberi, Ramiro gli aveva servito una paella priva di questi freschissimi pesci, e per poco non lo gettava in mare per farlo annegare volutamente, per la sfacciataggine di presentare una paella senza gamberi, una cosa inaudita! La questione era, quindi, urgente e delicata: come variare il pasto di quel giorno, creando un piatto nuovo, un po' vicino ai gusti rigidi del capitano, senza ferirne l'orgoglio e senza provocare da sé la propria morte?
Si sedette su uno sgabello naturalmente traballante e cominciò a pensare di essere finito in un vicolo cieco. Il caso volle che passò da quelle parti un peschereccio della vicina Sicilia. I due capitani si conoscevano e la pesca venne momentaneamente interrotta per scambi cordiali di cortesia e discussioni accese tipiche dei marinai. Anche Ramiro uscì allo scoperto, andando incontro alla ciurma siciliana. Fu in quel momento che vide una donna dalla pelle dorata per il sole cocente, le labbra rosate e le membra calienti. Quella era Donna Rosalia, la cuoca dei pescatori venuti dalla Sicilia. Ella fece un occhiolino a Ramiro, il quale immediatamente arrossì. Scappando come un fanciullo alle prime armi, si rintanò nella cambusa, tremando per l'amore e per la paura: non vedeva un'esemplare del gentil sesso da troppi giorni e non poteva non dirsi spacciato, venendo a sapere che spagnoli e siciliani avrebbero pranzato assieme ciò che lui avrebbe cucinato. Cosa, era il problema. Paella, dite? Non se ne parla, si disse Ramiro, non cederò alle lusinghe della monotonia. Ma poi, disilluso, scoppiò a piangere come un neonato. Una mano calda gli tolse le lacrime e gli accarezzò il mento dalla barba ispida, non fatta. Donna Rosalia gli donò un bacio e gli disse che aveva una buona idea per aiutarlo. Si misero ai fornelli. La siciliana, muovendosi sinuosamente e ammiccando, si occupò dei calamari, del brodo, del finocchietto selvatico e di alcune sarde prese dalla sua cucina di bordo. A Ramiro fece spezzettare degli spaghetti provenienti dall'Italia, dei pomodori rossi come le sue labbra. Il piatto fu pronto in un batter d'occhio, come quello luccicante di Donna Rosalia. Ramiro tremava e un altro bacio di passione lo rinvigorì e gli infuse il coraggio necessario. Il capitano Fernando sedeva col suo compare e lodava le facoltà culinarie del suo Ramiro, specializzato soprattutto in paelle divine, a suo dire. Ramiro deglutì, guardò preoccupato Donna Rosalia e sospirò. Davanti al piatto di fideuà - così Donna Rosalia aveva suggerito di chiamare la ricetta - i marinai non seppero resistere: vuotarono tutto e chiesero il bis. Lo sguardo del capitano, che ancora divorava forchettate in silenzio, terrorizzava Ramiro. Appena ebbe finito, fece solo una cosa, senza parlare: applaudì. Iniziò lui, e poi gli altri lo seguirono. Tutta la ciurma applaudiva, tutta la ciurma era entusiasta. Donna Rosalia fece un altro occhiolino al suo Ramiro, soddisfatta. Solo allora il capitano Fernando, facendo un brindisi e fermando la caciara, disse a squarciagola: "Da domani fideuà per tutti, ragazzi!" E da quel giorno, su quella nave proveniente dalla soleggiata Gandia, si mangiò soltanto fideuà, e soltanto quella. >>

Anche per l'MTC di Marzo, ho voluto giocare un po' con le parole, per esprimere la mia gioia nel mescolare tradizioni e storie di verse, sempre all'insegna di una sana contaminazione (in questo caso, la fideuà originale e alcuni ingredienti tipici siciliani, che con un piatto mediterraneo come questo non possono non andare a nozze). Ricamare sulla leggenda della nascita della fideuà è stato divertentissimo, pertanto spero che vi piaccia la mia rivisitazione letteraria, ma anche culinaria, s'intende. E' proprio vero che l'MTC è un viaggio continuo: grazie a Mai, questo mese siamo in Spagna, miei cari, e la fideuà sa di mare, di sole, di natura, di genuinità. E' un piatto radioso secondo me, ecco perché ho voluto dargli uno spirito positivo e forte, come la mia storia. Adesso non ci resta che vedere come si fa questa Fideuà del capitano. Mi raccomando: se è di vostro gradimento, applaudite al cuoco Ramiro! 

Ingredienti 
- 500 gr di spaghetti spezzettati (fideus)
- 4 pomodori maturi
- 1 spicchio d'aglio
- 350 gr di calamari
- 350 gr di sarde
- 1/2 cucchiaino di paprika dolce
- 1 pizzico di pistilli di zafferano
- sale e pepe
- 1 punta di zucchero
- 1 manciata di pinoli
- 1 manciata di uva sultanina
- finocchietto selvatico q.b.
- pangrattato tostato q.b.
- olio evo q.b.
Per il brodo di verdure
- 3 l di acqua
- 1 cipolla bionda
- 1 gambo di sedano
- 2 carote
- 1 gambo di prezzemolo
- sale 
Per la salsa
- 2 spicchi d'aglio
- 1 manciata di pinoli
- 2 filetti d'acciuga sott'olio
- finocchietto selvatico q.b.
- 1 tuorlo d'uovo
- olio evo q.b.

Preparazione. Occupatevi del brodo. Lavate e mondate le verdure, ponetele in una pentola con l'acqua e fatele cuocere a fuoco lento per almeno un'ora. Salate e mettete da parte. Nel frattempo spezzettate i vostri spaghetti (fate dei fideus di circa 3 cm). Pulite e sfilettate le sarde, lavate e tagliate ad anelli i calamari. Sbollentate i pomodori, sbucciateli e tagliateli a piccolissimi pezzetti. Lavate il finocchietto e dategli una rapida sbollentata. Scolate e mettete da parte. Tostate una manciata di pangrattato, mettete in acqua fredda l'uva sultanina per una mezzora e tostate anche i pinoli. Adesso interrompete la preparazione della fideuà, per preparare la salsa di accompagnamento, che sarà pronta al momento necessario. Con il frullatore ad immersione realizzate una sorta di salsa-pesto con pinoli, finocchietto selvatico sbollentato, due filetti d'acciuga, due spicchi d'aglio, un tuorlo e olio, da aggiungere man mano. Quando la salsa vi sembra della consistenza giusta, mettetela da parte. A questo punto cominciate, avendo ormai tutti gli ingredienti pronti, a realizzare la fideuà. In una paellera versate un filo d'olio, dove tostate gli spaghetti, stando attenti a non bruciarli. Metteteli da parte. Sempre nella paellera aggiungete dell'altro olio evo per soffriggere i calamari per qualche minuto, salando e pepando. Metteteli da parte. Versate un altro filo d'olio e soffriggete le sarde, per pochi minuti, da ambo i lati, senza romperle. Mettetele da parte. Adesso versate altro olio, soffriggete uno spicchio d'aglio tagliato finemente, aggiungete i pomodori, una punta di zucchero, una manciata di finocchietto e un primo mestolo di brodo. Quando questa salsetta si riduce, mettete lo zafferano e la paprika dolce. Aggiungete brodo abbastanza da cuocere la pasta: quando comincia a bollire, buttate gli spaghetti spezzettati e, sempre mescolando, cuoceteli. Man mano aggiungete mestoli di brodo, a seconda della necessità. Un paio di minuti prima della cottura completata, aggiungete i calamari, l'uvetta, e per ultime le sarde. Terminata la cottura (la mia è stata di circa 15 minuti), spolverate con del pangrattato tostato e aggiungete un po' di pinoli. Accompagnate la fideuà con la salsa con finocchietto e acciughe. Bon appètit!

Con questa ricetta partecipo alla sfida di Marzo dell'MTC: La fideuà




24 commenti:

  1. Non si può vedere questi meravigliosi piatti alle sette di mattina!
    :)
    Mi è piaciuta tantissimo la storia di Ramiro e anche come è riuscito a creare un piatto profumato e fusion!

    ;)

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    1. Eheh, cara Loredana, mi fa piacere che il mio piatto abbia dato inizio alla tua giornata e capisco benissimo che alle sette di mattina faccia venire fame ^^ Grazie mille, davvero gentile! :)

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  2. Questa sfida ha scatenato le fantasie di tutte noi, e che belli i racconti che ci state proponendo! Bravissima. Detto da una sicula!

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    1. Il tuo commento da sicula mi fa un immenso piacere ^^ E' proprio vero che l'MTC sprigioni tutta la nostra fantasia ed io ho cercato di darmi da fare con parole e ingredienti :) Grazie!

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  3. Una bellissima storia e una favola di piatto!

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  4. Dalla tua storia alla tua salsa, passando per la fideuà e i suoi ingredienti, devo dirti che più legata di così non si può!
    Da questo racconto travolgente ne è uscito un piatto con carattere davvero solare e indimenticabile... mi ricorda proprio i sapori mediterranei, quelli veri, quelli sani.

    salsa assolutamente azzeccata, bravissima!
    Grazie.

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    1. Ti ringrazio tantissimo, Mai :) E' stato un onore per me interpretare con le mie parole la storia della fideuà e con ingredienti mediterranei il tuo piatto speciale :) Sono contenta che il messaggio sia arrivato :) Grazie davvero a te.

      Un abbraccio!

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  5. Passo stasera, per lasciarti un commento come merita questameraviglia di piatto- e di post. Per ora, un grazie veloce e un appuntamento a stasera, con più calma!

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    1. Sei troppo gentile, cara Alessandra :) Aspetto il tuo commento, ci tengo ^^

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  6. La seconda fideua che vedo e il secondo silenzio di ammirazione... Ma quanto siete brave? Complimenti!

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    1. ^^ Sarah, mi zittisco felicemente davanti al tuo commento *-* grazie!

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  7. Cara Carmela la tua fideua e' calda ha i colori vivi e luminosi del Mediterraneo ed è semplicemente splendida! Secondo me e' una ricetta perfetta
    Bravissima davvero
    Io ancora mi devo cimentare.....
    A presto Ilaria

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    1. Il mio Mediterraneo mi ha ispirata :) Merci, Ilaria, davvero! :)

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  8. Ma che bella presentazione! Complimenti e la tua vesione di fideuà mi piace moltissimo!:-) complimenti

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    1. Contentissima che sia stata di tuo gradimento, Maria Luisa ^^

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  9. Io leggo questi racconti, è mi appassiono.... per non parlare della fideuà!! complimenti

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    1. Il racconto è stato un divertimento per me, ogni tanto mi piace cimentarmi anche in questo! :)

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  10. Carmela, sei entrata alla grande in questa sfida. Ogni volta le tue ricette sorprendono per densità e passione. Un post magnifiche grande voglia di giocare. Brava!
    Pat

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    1. L'MTC è un'esperienza magnifica, ogni mese mi diverto a giocare ^^

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  11. Una fideuà degna del miglio marinaio, isserei le vele anche io per averne un piatto ;-)

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    1. Sarà contento il cuoco Ramiro del tuo complimento ^^ Grazie, Lara!

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  12. Bella versione anche la tua cara Carmela e bella storia.. ognuna di noi ci ha ricamato sopra con la propria fantasia!
    Crepi il lupo!
    E Buona Pasqua..
    Laura

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    1. Grazie mille, Laura :) E' vero, ciascuno di noi mette del proprio in questa sfida! Buona Pasquetta :)

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