Una cosa fantastica di noi food blogger è il fatto che ogni festa che arriva ci porta sempre ad assaporarne le più disparate sfumature, realizzate praticamente, con le nostre mani, in piatti sempre diversi, calorosi, di spirito. Lo spirito del Carnevale ha preso anche me, ma soltanto dal punto di vista culinario: è una festa antichissima, presente persino, in forme naturalmente differenti, ai tempi dei Greci, quando tutto e tutti mutavano aspetto, l'illecito si mescolava al lecito, il sacro col faceto, il riso con la lacrima, il mostro con la bellezza, il bene col male, il ricco col povero. Il bianco col nero, penso subito, proprio mentre sto scrivendovi, guardando la mia pignolata. Anche questa ricetta la devo a Messina, protagonista dell'appuntamento di questo mese con Profumo di Sicilia. Devo ammettere che, per la ricetta che doveva caratterizzare la città, sono stata a lungo indecisa, tra la pizza e questo meraviglioso dolce. Dopo aver preso la mia decisione, tuttavia, la voglia di prepararlo mi è rimasta comunque, così che oggi, di buon'ora, mi son data da fare, riempendo la mia cucina d'odor di fritto. Il fritto è poi una cosa prettamente "carnevalesca": penso alle chiacchiere o bugie, naturalmente, e penso anche che nei prossimi giorni devo prepararne o procurarmene necessariamente. Qualche quintale dite che mi basterà? Ma torniamo seri (ma questo post, data la festività, non lo sarà di certo!) per descrivervi la ricetta che vi propongo oggi. La pignolata che ho fatto io è quella glassata, al cioccolato e al limone, che si prepara tantissimo durante questo periodo, proprio per Carnevale (ve lo dico perché una mia vicina di casa me ne regala sempre un vassoio pieno!): questo dolce, tipico di Messina, ma anche di Reggio Calabria, deriva dalla più antica "pignolata al miele". Si dice che quest'ultima, la quale prevedeva la frittura nello strutto di piccoli pezzi di pasta, a forma di pigne, sui quali veniva poi versato dell'abbondante miele (svengo al sol pensiero, per l'acquolina!) venne modificata in questa versione più "aristocratica", se capite cosa poteva significare tempo fa questa parola. E devo dire, con tutta sincerità, che i nobili non amavano molto i piatti light, dato che, per far uno smacco alla ricetta "povera", si prendevano lo sghiribizzo di usare il cioccolato, bontà da re, e il limone di Sicilia, assolutamente intramontabile. Credo di essermi dilungata a dovere, perciò gustiamoci il procedimento.
Ingredienti
Per le "pigne"
- 250 gr di farina 00
- 2 uova intere
- 1 tuorlo
- 1 pizzico di sale
- 50 gr di burro
- 100 gr di zucchero
Per la glassa al limone
- 1 albume
- 1 pizzico di sale
- succo di 1/2 limone
- 125 gr di zucchero a velo
Per la glassa al cioccolato
- 100 gr di cioccolato fondente
- 125 gr di zucchero a velo
- 2 cucchiai d'acqua
- 1 pizzico di cannella
- 1 noce di burro
Per friggere
- olio evo q.b.
Preparazione. Fate una fontana con la farina, al centro mettete il sale, le uova, il tuorlo, lo zucchero e il burro ammorbidito e fatto a pezzettini. Con una forchetta sbattete e impastate, poi, con le mani. Formate un panetto compatto e morbido. Avvolgetelo con della pellicola e mettetelo a riposare nel frigo, per almeno tre ore. Trascorso questo intervallo di tempo, prendete un po' del panetto e formate un cordoncino lungo ma più sottile di un dito. Ricavate dei piccolissimi tocchetti di pasta (di 1 cm) e infarinateli man mano per evitare che si attacchino. Friggeteli, a poco a poco, in abbondante olio extravergine d'oliva ben caldo, mescolandoli in modo da dare una cottura uniforme. Appena son dorati, scolateli su della carta assorbente, e metteteli da parte. A questo punto preparate le due glasse. In una ciotola sbattete, con le fruste elettriche, l'albume con un pizzico di sale. Quando è quasi montato, aggiungete zucchero a velo e il succo di limone. Continuate a montare, finché la crema non diventa densa, compatta e bianchissima. Allora prendete metà delle vostre "pigne" e mescolatele bene con questa prima glassa. Ponetele su metà di un vassoio o del piatto di portata che volete utilizzare. Per la glassa al cioccolato, sciogliete a bagnomaria il cioccolato fondente fatto a pezzettini, assieme allo zucchero a velo, alla cannella, alla noce di burro e all'acqua. Mescolate sempre per ottenere una crema densa e omogenea. Versatevi la restante metà delle "pigne" e ponetela sul vassoio, accanto a quelle precedenti. Lasciate raffreddare e bon appètit.
Con questa ricetta partecipo al Contest: Contest di presentazione
Con questa ricetta partecipo al Contest: Friggere - Cre-azioni in cucina
Con questa ricetta partecipo al Contest: Dolci fritti
Con questa ricetta partecipo al Contest: Dolci fritti
ma che buono questo dolce...non lo conoscevo assolutamente!
RispondiElimina...ma mi ha colpita al cuore........
E' un dolce che è andato subito via, tant'è buono ^^ Grazie, Simo!
EliminaOltre che buono è anche molto carino esteticamente, complimenti...me ne prenderei uno adesso!
RispondiEliminaCri
Cri, sei tanto gentile :) Te ne dare un pezzo, se non fosse già finito (è stato spazzato via dai miei cari) ^^
EliminaPosso immaginare, come dargli torto??!...:)
EliminaHo appena scoperto il tuo blog e ho già preso appunti per le mie prossime ricette!! Mi piace moltissimo, complimenti per le foto, la presentazione e ovviamente per come cucini ;)
RispondiEliminaChe tu prenda appunti delle mie ricette mi rende tanto felice ^^ Grazie!
Eliminache bellissima ricetta e che bellissime foto.. mai visto niente del genere, davvero un'idea originale! la voglio provare *_*
RispondiEliminati seguo, hai un blog favoloso, baci
Merci beaucoup, cara Sara ^^ Provala, non ti deluderà: è impossibile smettere di mangiarla, ti assicuro!
EliminaCiao Carmela!
RispondiEliminaSono content di aver trovato il tuo blog!
La tua pignolata è una meraviglia!
Grazie della partecipazione!
Silvia, grazie a te per il contest e per le tue parole ^^
EliminaCarmela questa ricetta è stupenda, non la conoscevo acneh se mi fa pensare agli struffoli campani, cosparsi di miele.
RispondiEliminaDevo dire che tra la glassa al cioccolato e quella al limone non saprei cosa scegliere.
Molto bella la tua rubrica, è sempre un piacere trovare ricette della tradizione.
a presto
C'è una versione anche calabrese, sempre col miele :) Questa è particolarmente deliziosa e, come dici tu, neanche io so scegliere tra le due glasse, entrambe ottime! ^^ Grazie Loredana!
EliminaCiao Carmela, ogni volta che passo a trovarti imparo qualcosa di nuovo, non conoscevo questo dolce di carnevale ed è stato molto interessante leggere sulle sue origini.
RispondiEliminaUn abbraccio e buona settimana.
Sei deliziosa, Alessia :) Mi fa sempre piacere condividere con i miei lettori ricette che possono essere poco conosciute, ma buonissime :) Grazie!
EliminaMon Dieu :P
RispondiEliminaQuesto dolce deve essere divino!!!!
Merci, Erika ^^ Te lo posso assicurare :)
Eliminafantastica! l'amo molto e l'hai preparata davvero in modo perfetto. Grazie per la ricetta e buona giornata :-)
RispondiEliminaTi ringrazio tantissimo, dire che è "perfetto" è un po' azzardato, ma mi rendi contenta ^^
EliminaNon potevo non premiare questa ricetta, ho deciso di inserirti tra le menzioni del mio contest! Grazie mille!
RispondiEliminaE' stata una sorpresa bellissima, grazie a te! :)
EliminaSono spiacente, ma ci sono alcuni errori che purtroppo rovineranno il sapore. La frittura delle pigne va fatta nello strutto. L'olio rende la pasta più dura, mentre la caratteristica è proprio la morbidezza, che solo lo strutto conferisce. Anche le pigne non sono corrette come forma, Devono essere più grandi e non regolari. Alcune palline devono essere schiacciate, altre tonde si che la forma del dolce non sia perfettamente regolare. Ma la cosa più importante è che all'impasto va aggiunto un bicchierino di alcool puro. Provare per vedere la differenza. Parola di una messinese doc.
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