Immaginatevi una Contessa poco amabile e scontrosa, signora di mille feudi e mille destini. Immaginatevi il suo palazzo, con tanto di torre, il suo trono comodo, i suoi servi ed i suoi capricci. Immaginatela bella, ma con un naso aquilino, col cuore spezzato e con gli occhi accecati da troppo odio. Dovete sapere che la Contessa - se l'avete immaginata bene e come si conviene al suo rango - era una buongustaia. Dalla Francia arrivavano le escargot più grandi, dall'Inghilterra il tè più buono, dalla Cina il riso più pregiato: tutti le inviavano in dono le leccornie della propria terra, neanche fosse la regina dei mari. Il fatto è che tutti desideravano avere il suo parere culinario: nessuno, nonostante i tentativi, era riuscito a soddisfare il palato sopraffino della Contessa. Eppure ella era stata molto chiara. Alle guardie aveva dato l'ordine di trasmettere al mondo il suo appetito, ma ancora nessun piatto aveva centrato il bersaglio. - Portatemi il piatto più vero, e quello sarà per me il migliore - aveva urlato con la sua voce da tenore. Scontenta e stufa di non trovare riscontro della sua fame di verità nei piatti che, ogni giorno, le venivano presentati davanti al suo nasino delicato, la Contessa stava ancora aspettando di esser presa per la gola. A questo punto è giusto che voi immaginiate una donna dai capelli bruni e dalle mani callose. La chiamavano la Filatrice. No, non tesseva abiti, né coperte: filava i pici. Sua madre glielo aveva insegnato. Dita larghe e gesto rapido, così la Filatrice tesseva trame di pasta, spruzzando la sua casetta di farina, ogni santo giorno. Le guardie della Contessa giunsero anche nella sua zona e, mentre tesseva, ascoltò alla finestra le loro declamazioni. Appena s'accorse di avere tra le mani ciò che la Contessa tanto desiderava, si sentì felice. Aprì la finestra e fece un fischio ad una guardia: dopo pochi minuti si trovava a cavallo, diretta verso la sala da pranzo della Contessa. Ella l'accolse freddamente, osservando le sue mani rugose, bianche e stanche, il suo vestitino miserevole, il suo animo semplice. Lasciarono che la Filatrice rimanesse da sola nelle cucine del palazzo, intenta a mostrare il suo piatto per il pranzo del giorno dopo. La donna lavorò senza sosta, cantando. Venne il momento di presentare la sua proposta: seppe solo dopo che, se alla Contessa non fosse piaciuta, sarebbe stata condannata a non tornare più a casa. La nobildonna si sedette a suo modo, sistemando il vestito d'organza, e prese in mano la forchetta. Non vide cosa stava mangiando, a causa della cecità ormai leggendaria, ma sentì tutto, si figurò tutto: le bastò il sapore. Sorrise e finalmente applaudì. Quello era il piatto più vero, la semplicità di qualcosa fatto a mano, lontano dagli orpelli della stravaganza, dalle fatture della ricchezza. La Filatrice divenne la cuoca personale della Contessa e non la lasciò fino alla morte di lei, quando si spense tranquilla, con le labbra profumate di limone e la forchetta ancora tra le dita.
Con questa storia, nata dal profondo, ho voluto onorare i pici, nella loro essenza. Quello che mi ha dato la sfida dell'MTC non pensavo potesse succedere: ho imparato una nuova bellezza da modellare, ho imparato a capire un pezzo di tradizione toscana. Mi sento soddisfatta anche di questo secondo tentativo. Ho usato, stavolta, due ingredienti a cui sono tanto affezionata: il limone della mia pianta, dorato come il sole, e il cavolfiore viola, tipico della zona del catanese, una specialità che dà un tocco di Sicilia ai magnifici pici. Devo dire che filare i pici, come la mia Filatrice, mi rende davvero contenta: sorrido mentre filo, sorrido mentre li assaggio, come la Contessa. E' stata una scoperta, è stata una sorpresa. Rinnovo il mio consiglio: filate i pici, imparerete ad amare ancora di più la magia dei piccoli gesti.
Ingredienti
Per i pici (ricetta di Patty)
- 200 gr di farina 00
- 100 gr di farina di semola rimacinata
- 2 cucchiai d'olio evo
- 1 pizzico di sale
- acqua q.b.
Per il condimento "della contessa"
- 1 cavolfiore viola di media grandezza
- scorza grattugiata di 1 limone
- succo di 1 limone
- 1 spicchio d'aglio
- 1 scalogno
- prezzemolo q.b.
- peperoncino q.b.
- olio evo q.b.
- sale q.b.
Preparazione. Fate la fontana con le due farine miscelate. Versate l’olio, il pizzico di sale e cominciate a versare lentamente l’acqua, incorporando la farina con una forchetta. Attenzione al sale. Non esagerate perché questo indurisce la pasta. Quando la pasta comincerà a stare insieme, cominciate ad impastare con energia utilizzando il palmo delle mani vicino ai polsi. Se necessario, aggiungete acqua o farina. Piegate la pasta su se stessa come quando impastate la pasta all’uovo e non stirate mai troppo l’impasto per non sfibrarlo. “Massaggiate” con energia per almeno 10 minuti. Ricordatevi che la vostra “palla” di pasta è una cosa viva, dovete volerle bene. Dovrete ottenere una pasta liscia, vellutata e abbastanza morbida. Fate riposare una mezz’ora avvolta nella pellicola. Quando la pasta è pronta, tagliatene un pezzetto e fatene una pallina, quindi sulla spianatoia stendetela con il matterello ad uno spessore di 1 cm. Con un tagliapasta o un coltello affilato, tagliate tante striscioline larghe c.ca 1 cm e coprite il resto della pasta con la pellicola affinché non si secchi. Cominciate a "filare" i pici, rollando la pasta con il palmo delle mani e contemporaneamente stirandola verso l'esterno. Quando si tirano pici molto lunghi, la tecnica è quella di tirarli da un lato tenendo l'altra estremità con il palmo e piano piano allungandoli fino ad esaurire la pasta. Una volta tirato il vostro picio, fatelo rotolare nella farina di semola o di fioretto affinché non si appiccichi agli altri. Adesso preparate il condimento. Cuocete in acqua salata il cavolfiore tagliato a ciuffetti. Scolatelo e fatelo soffriggere per cinque minuti in una padella, dove avete messo uno spicchio d'aglio schiacciato in camicia, lo scalogno tritato, una spolverata di peperoncino e infine una manciata di peperoncino. Togliete l'aglio. A questo punto frullate, aggiungendo qualche cucchiaio di acqua di cottura del cavolfiore, fino a che la crema non raggiunge la consistenza che desiderate. Spremete un limone e ricavatene il succo. Ottenete, da un altro, la scorza grattugiata. Al succo aggiungete olio extravergine d'oliva, del peperoncio e del prezzemolo sufficienti a condire la vostra pasta. Amalgamate bene con l'aiuto di una forchetta. Versate su una padella e riscaldate leggermente. Cuocete i pici in acqua salata per circa cinque minuti: appena salgono a galla e il bollore ricomincia, scolateli e versateli nel succo aromatizzato che avete preparato. Sul piatto da portata mettete un po' della crema di cavolfiore e, sopra, i vostri pici caldi. Servite, con una manciata di scorza di limone. Bon appètit.
Con questa ricetta partecipo al Contest: I pici, sfida di gennaio, MTC
applaudo anche io a questi pici!interessantissimi!bacione
RispondiEliminaApplaudo a te, grazie ^^
EliminaDeliziosi questi pici! :)
RispondiEliminaNon ho mai comprato il cavolfiore viola.. e sicuramente, cara Carmela, adesso mi hai stra incuriosita con questa tua splendida ricetta! :) Ti ringrazio per averla condivisa.
Piacere di conoscerti, io sono Incoronata; mi piace tantissimo il tuo blog, tanti complimenti. Per questo mi sono unita ai tuoi lettori fissi, con gran piacere!
Un abbraccio,
Incoronata.
Piacere mio di conoscerti, anche il tuo blog mi ha affascinato ^^ Sei la benvenuta :)
EliminaAdoro le favole, mi fanno sentire bene: quindi grazie, Carmela di avermi fatto iniziare la giornata con un sorriso! Per pici e condimento direi che il tuo piccolo sole fa splendidamente il suo dovere e il cavolfiore viola regala originalità . Quindi grazie mille di questo tuo piatto, tra l'altro anche ben fotografato.
RispondiEliminaBuona giornata :-)
E' un onore averti regalato un sorriso: grazie delle tue parole, mi allietano tanto. Buona serata, Daniela :)
EliminaCarina la favola della contessa, ma soprattutto meraviglioso il condimento!!! Bravissima!!!!
RispondiEliminaLa favola è nata in concomitanza col condimento, quindi grazie per entrambi, Mari! :)
EliminaCarissima Carmela, tu non puoi sapere che piacere mi fa l'idea che tu sia stata ispirata dai pici in questa tua deliziosa favola. Soprattutto che questa pasta così modesta sia diventata un'occasione di divertimento ed un piatto del cuore. Freschezza e pienezza sono le parole che mi vengono in mente osservando il tuo piatto. Complimenti ed un forte abbraccio. Pat
RispondiEliminaCara Patty, mi rende tanto felice il fatto di essere riuscita a trasmettere il mio attaccamento ai pici, a cui, ormai lo so, non mi liberò (e non me ne dispiaccio affatto!) Grazie ancora, lo devo a te.
EliminaRicambio l'abbraccio, a presto!
Cara Carmela, il tuo blog è stupendo, tanti complimenti! Vogliamo invitarti a conoscere un nuovo modo di divulgare, condividere e cercare ricette on line: attraverso bellissime immagini food italiane, in un portale da mangiare con gli occhi...
RispondiEliminaAbbiamo centinaia di foodbloggers fra i nostri utenti e migliaia di visitatori al giorno, il tuo blog è molto bello e potrebbe far parte del nostro socialfood!
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Lo staff Foodlookers
Bellissima la storia che ci hai raccontato, bellissimi i pici che ci hai presentato!
RispondiEliminaComplimenti e in bocca al lupo!
La storia è nata proprio dal cuore, scriverla è stato un piacere, almeno quanto preparare questi pici :) Grazie, e crepi il lupo! :)
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