Anche questo mese ecco a voi l'appuntamento con Profumo di Sicilia. E' un onore per me parlare della mia regione e proporvi qualche ricetta che magari non è notissima ma che anche io scopro assieme a voi: confido nel vostro interesse da foodblogger per tutto ciò che è cultura e cucina. Ci sono tanti tesori che ci rimangono sconosciuti, incuriosiscono particolari di cui ignoravamo l'esistenza. Per il secondo appuntamento facciamo un piccolo viaggetto fino a Caltanissetta, seconda provincia siciliana di cui qui vi parlo.
Il nome originario è Nissa, come ancora qualcuno la chiama. Siffatto nome ha una storia molto contorta: dominazione arabe e bizantine hanno contribuito in maniera coinvolgente alla denominazione. In ogni caso, Caltanissetta dovrebbe significare, nella traduzione dall'arabo, "Castello delle donne", nome già in uso al tempo dei Normanni. Per questo motivo gli abitanti di questa provincia sono detti Nisseni. Dal punto di vista architettonico, molte sono le chiese presenti, ma tra tutte le strutture quella più caratteristica è inevitabilmente quella che genera più attrazione, per la sua conformazione e antichità, ossia il Castello di Pietrarossa, costruito, per la sua posizione strategica, intorno al IX secolo, dove poi fu collocata la tomba della regina normanna Adelasia. Caratteristica è sicuramente la festa del Santo patrono Michele Arcangelo, che si tiene ogni anno il 29 settembre. Un tempo la manifestazione religiosa era preceduta da digiuni e pratiche molto minuziose, oggi meno forti ma che mantengono comunque un loro perché. Una leggenda dice che l'artista che si occupò nel Seicento della realizzazione della statua in onore del santo, non riuscendo a modellare il viso in modo che lo soddisfacesse davvero, dopo essersi appisolato per un po', trovò l'opera completata come per miracolo, con un volto meraviglioso.
Adesso parliamo di cucina: sono innumerevoli le ricette tipiche di Caltanissetta (per esempio le note "fuate nissene", focacce con sarde) ma io ho voluto proporvi una cosa particolare. Sì, Arancini all'amarena, adatti a merenda ma anche a colazione. Arancini siciliani dolci a colazione, bizzarri ma buonissimi, parola mia. E poi volevo tanto fare gli arancini per voi, una vera siciliana non può non amarli. Si possono chiamare anche Arancine, c'è una diatriba immensa sul nome, che ci crediate o no. In ogni caso il gusto impareggiabile è lo stesso! Sono detti così perché ricordano nella forma (se fatti tondeggianti) una bell'arancia di Sicilia. Io ho dato un'altra forma, anch'essa tipica e tradizionale, più a punta. Se non li avete mai assaggiati, rimediate subito, non sapete cosa vi siete persi. Se non li avete mai preparati a casa, vi spiego come fare.
Arancini all'amarena
Ingredienti
Per dieci arancini
- 300 gr di riso arborio
- brodo vegetale q.b.
- confettura di amarene q.b.
- pangrattato q.b.
- 2 uova
- burro q.b.
- olio extravergine d'oliva q.b.
(oppure olio di arachidi q.b.)
Preparazione. Preparate il brodo vegetale. In una casseruola mettete poi dell'olio d'oliva quanto basta per tostare il riso. Mescolate sempre. Dopo qualche minuto, versate pian piano il brodo e continuate a mescolare. Cuocete per circa venti minuti, ottenendo un risotto ben sodo (non liquido). Aggiungete una noce di burro e amalgamate il tutto, versando su un piatto largo a raffreddare. Appena è freddo, bagnatevi le mani con acqua e stendete un pugnetto di riso sul vostro palmo, formando una cavità nel centro. Riempitela con un cucchiaino ben colmo di confettura di amarene. Coprite con un altro pugnetto di riso, cercando, con le mani inumidite, di dare la forma che più volete (a punta, come ho fatto io, ovale oppure tondeggiante). Passate gli arancini nelle uova da voi sbattute e poi nel pangrattato. A questo punto vi consiglio di riporli in frigo per una mezz'ora circa, prima di friggerli. Scaldate abbondante olio d'oliva (o di arachidi, anche se io vi consiglio naturalmente l'olio extravergine d'oliva, che rende gli arancini unicamente profumati) e friggete in esso gli arancini, fino ad ottenere una doratura uniforme. Scolateli e sistemateli su un piatto con carta assorbente. Servite caldi e gustate il cuore di amarene in compagnia, durante la vostra colazione. Bon appetit.
Con questa ricetta partecipo al Contest: Colazione sopraffina non trovo la rima!
è la prima volta che vedo l'arancino in versione dolce e devo dire che proverei volentieri questa novità, complimenti e buona notte!
RispondiEliminaNon è molto noto, infatti, ma ti assicuro: buonissimo ^^
EliminaBellissimi i tuoi arancini dolci. Li provero un giorno di sicuro, perche' mi piace riso in tutti i modi.
RispondiEliminaTanti saluti da Slovenia, Lyu.
Mi renderesti felice ^^
RispondiEliminaBuona domenica sera a te, grazie :)
Passa a trovarmi! :D :D http://www.lacuochinasopraffina.com/le-ricette-degli-altri/colazione-sopraffina-non-trovo-la-rima-contesta-e-vinci/8157
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